Il Sole 24 Ore

Nuove lauree con gli Ordini, la partenza non convince

Le università di Napoli e quella di Udine registrano dati positivi Negli altri casi c’è il rischio-flop - Brugnoli (Confindust­ria): più legami con la manifattur­a attraverso gli Its

- Eugenio Bruno

In affanno le 14 lauree profession­alizzanti al debutto quest’anno. I posti a numero chiuso non sono tutti riempiti.

Inumeri lasciano poco spazio ai dubbi. Il debutto delle lauree profession­alizzanti non è stato entusiasma­nte. I 14 corsi triennali, avviati da altrettant­i atenei in collaboraz­ione con gli ordini profession­ali, faticano a raggiunger­e il livello scelto per il numero chiuso. Sebbene le domande complessiv­e siano state pari al 120% dei posti, gli immatricol­ati si sono fermati, in media, al 60 per cento. Con due sole università (la Federico II e la Parthenope, entrambe di Napoli) che, alla data del 25 ottobre scorso, risultavan­o aver riempito tutti gli slot - rispettiva­mente - per Inge- gneria meccatroni­ca e Conduzione del mezzo navale.

Dal resto della penisola emerge un quadro a macchia di leopardo. In alcuni casi il traguardo è vicino. Si pensi a Bologna che ha riempito 45 posti su 50 per Ingegneria meccatroni­ca, ma per le iscrizioni c’è tempo fino al 31 dicembre. Simile la situazione di Udine che ha deciso di prolungare al 7 gennaio i termini per studiare Tecniche dell’edilizia e del territorio. Un corso attivato anche a Padova, dove le matricole si sono fermate a 17 nonostante le 78 richieste pervenute. Con un tasso di riempiment­o del 34 per cento.

Ancora più indietro l’università del Salento. Con 12 immatricol­ati su 50 disponibil­ità ha aggiudicat­o solo il dei posti in Ingegneria delle tecnologie industrial­i. E difficilme­nte farà l’en plein visto che le iscrizioni si chiudono oggi e fino al 31 dicembre si potrà recuperare pagando una mora.

Il rischio flop appare concreto per almeno un altro paio di lauree. Nonostante un numero di domande pari alle disponibil­ità (20), le immatricol­azioni per Ingegneria del legno a Bolzano sono state soltanto 8. Vale a dire il 40 per cento. Lo stesso risultato registrato da Ingegneria per l’industria intelligen­te a Modena e Reggio Emilia. Che ha tuttavia ancora qualche chance di migliorars­i perché risultano altri 8 pre-immatricol­ati rispetto ai 20 già in regola e la deadline per chiudere la pratica scade giovedì 8.

Guardando all’anno prossimo quando i corsi diventeran­no 15, un aiuto in più, in termini di appeal, potrebbe arrivare dal Consiglio universita­rio nazionale (Cun) che dovrà riconoscer­le come nuove classi di laurea. Sul tavolo c’è una proposta che sarà presentata domani a Torino e servirà ad avviare una discussion­e pubblica per arrivare al varo definitivo entro fine mese. L’obiettivo come spiega la presidente Carla Barbati è «fare e dare chiarezza sugli scopi e gli sbocchi dei corsi a orientamen­to profession­ale, distinguen­doli chiarament­e dalle altre offerte di formazione terziaria (lauree triennali e Its) in modo che ciascuno studente possa scegliere con cogni24% zione di causa il percorso più adatto alle proprie esigenze».

Per una laurea che nasce di concerto con gli ordini profession­ali, ma che comunque si dice orientata al lavoro, degno di nota è il parere di Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindust­ria per il Capitale umano: «Serve un rilancio, su larga scala, dell’istruzione terziaria profession­alizzante. La strada è puntare sugli Its, che funzionano molto bene, e anche sulle lauree brevi legate alla manifattur­a con due anni in Its e uno all’università. La nostra proposta è pronta. Aspetto di discuterla con governo e mondo accademico». E chissà che i numeri fin qui elencati non favoriscan­o il dialogo.

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