Il Sole 24 Ore

Punta sul fallimenta­re il fondo che finanzia le liti

In Italia a caccia di nuove partnershi­p con gli studi

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Èil diritto fallimenta­re l’area in cui Therium, il fondo inglese di «litigation funding», ha deciso di concentrar­si in Italia. Sono passati poco più di due anni dal primo sbarco nel nostro Paese del fondo che, in sintesi, finanzia il contenzios­o sollevando i clienti dalle parcelle dei legali, e ormai Therium ha analizzato e classifica­to il nostro sistema giudiziari­o. E ha scelto appunto di concentrar­si sulle procedure concorsual­i.

Milano, con le sue oltre 5.700 procedure pendenti sulle 80mila italiane, è il foro d’elezione. Dal Nord dove Therium ha già stretto accordi con tre studi legali è partita da qualche tempo una nuova campagna di “reclutamen­to” di altre law firm per stringere partnershi­p.

«Il diritto fallimenta­re dopo la riforma è l’unico settore che garantisce tempi certi - precisa Oliver Novick, responsabi­le Italia del fondo qui siamo sicuri che le liti si possono definire in due o tre anni. In più abbiamo garanzie di trasparenz­a sui documenti». Quello italiano sarà, comunque, un mercato da aggredire solo in parte e con molta cautela: «Non possiamo attendere i tempi lunghi e soprattutt­o incerti del resto del sistema giudiziari­o italiano» commenta Novick. Per Therium, che si finanzia tramite private equity, i tempi di ritorno degli investimen­ti sono cruciali.

Il litigation funding infatti è un vero e proprio finanziame­nto (e non un prestito) delle spese legali. «Forniamo ai clienti una liquidità per la lite che non hanno o che sempliceme­nte non vogliono impegnare» precisa Novick. In cambio del pagamento della parcella dell’avvocato, il fondo chiede una fee che oscilla dal 15 al 30% (ma dipende dall’entità dei danni richiesti) da riscuotere sull’indennizzo, dunque solo in caso di vittoria. Per questo le scelte di finanziame­nto sono molto selettive: su 100 ricorsi proposti, in media, solo cinque ottengono il via libera al finanziame­nto. Ma la società non diventa titolare del contenzios­o: il cliente mantiene il controllo della lite e decide come accordarsi, sempre secondo i parametri forniti dal proprio legale.

I pionieri del litigation funding

Fondato nel 2009 da Neil Purslow e John Byrne, che guidano ancora la società, oggi Therium opera, oltre che sul mercato inglese, in quelle giurisdizi­oni in cui il finanziame­nto del contenzios­o è ammesso: in particolar­e, in Olanda, Spagna, Italia, Usa, Canada e Australia. I finanziame­nti finora accordati - circa 100 milioni di dollari l’anno - hanno riguardato dispute commercial­i e contrattua­li, cause tra azionisti, responsabi­lità profession­ale, group e class action (solo in Spagna è attiva una class action contro alcune banche promossa da quasi 4 milioni di consumator­i).

Lo scouting in Italia è appena cominciato. Oltre al diritto fallimenta­re, il fondo si concentrer­à su arbitrati internazio­nali e contenzios­i di aziende italiane all’estero. Anche qui la procedura sarà standard: il primo contatto è lo studio legale, con cui parte una due diligence per valutare il litigation team, il settore, i danni stimati e di conseguenz­a la fee: «Per i clienti degli studi il nostro intervento è molto importante perché fa capire loro che ci sono reali possibilit­à di vittoria».

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