LE PRONUNCE
1 SOCCOMBENZA RECIPROCA
La nozione normativa di soccombenza reciproca, che consente la compensazione delle spese, appare adeguata sia quando sono accolte o rigettate domande contrapposte che si siano venute a trovare in cumulo nello stesso processo fra le stesse parti, sia quando risulti accolta in parte l’unica domanda. Ma deve verificarsi nello stesso giudizio: perciò è illegittimo compensare in presenza di giudizi difformi tra primo e secondo grado. Cassazione: ordinanze 20261/2017, 21684/2013; sentenza 19520/2015
5 LIQUIDAZIONE DELLE SPESE
Le spese di giudizio devono essere adeguatamente stabilite considerando lo sforzo professionale del difensore (in base al valore e alla naturale complessità di una causa). Il giudice deve liquidare le spese sulla base dei parametri previsti dal Dm 55/2014 e non dal Dm 140/2012 in forza del principio di specialità. Comunque, le soglie numeriche indicate dal Dm 140 non sono vincolanti per la liquidazione. Cassazione: ordinanze 21486, 15315 e 1018 del 2018; 18167/2015. Commissione di merito: Ctr Campania 4424/14/2018
2 QUESTIONI NUOVE O DUBBIE
È adeguata la soccombenza reciproca quando la tematica è una questione “nuova” su cui non ci sono pronunce o su cui non c’è giurisprudenza omogenea. È insufficiente a questo scopo l’ordinaria esegesi del testo normativo. La compensazione basata su una generica considerazione della natura della controversia non integra il disposto normativo. Cassazione: ordinanze 19583/2018, 319/2014 18251/2013. Commissioni di merito: Ctr Piemonte 1137/5/2018
6 SCOSTAMENTO DALLA NOTA
Se il giudice intende discostarsi dalle determinazioni delle note spese operate dal difensore, ha l’onere di motivare questa scelta, indicando le ragioni che conducono alla riduzione delle spese e degli onorari. Il contributo unificato che grava sul soccombente per effetto della condanna alle spese deve essere corrisposto anche nell’eventualità in cui non sia stato menzionato da parte del giudice. Cassazione: ordinanze 19318/2017, 2691/2016 e 18828 /2015
3 ECCEZIONALI E GRAVI RAGIONI
Devono essere fondate su motivazioni attinenti a specifiche circostanze o aspetti della controversia decisa, dettagliate in sentenza. Un’estrema genericità e aspecificità non consente di giustificare la compensazione delle spese. Non si possono compensare le spese per generici motivi di equità, per complessità del testo normativo o per valore esiguo della causa. Cassazione: ordinanze 14969, 9605 e 1017 del 2017; 10917/2016; 18276, 14550 e 14546 del 2015; 16037/2014 e 18251/2013: sentenza 591/2017
7 DOCUMENTO GIÀ DEPOSITATO
Deve essere condannato a rimborsare le spese del giudizio l’ufficio che - durante l’adesione - abbia erroneamente ritenuto irrilevante un documento esibito dal contribuente, sul quale sia stato poi fondato l’accoglimento del ricorso.
Commissione di merito: Ctr Puglia 3743/5/ 2017
4 LITE TEMERARIA
I criteri per riconoscere la lite temeraria sono: la soccombenza totale; il danno dovuto al comportamento processuale e il dolo o colpa grave. L’insostenibilità delle tesi giuridiche può fondare la condanna, ma non ha nulla a che vedere con il principio di soccombenza (che non è sanzionatorio, né risarcitorio). Cassazione: ordinanza 3376/2016; sentenze 189/2017; 15030, 14611, 9581 e 4443 del 2015. Commissioni di merito: Ctr Sicilia 2446/12/2018, Ctr Veneto 454/5/2018, Ctr Campobasso 195/1/2014
8 LITI DI IMPORTO MODESTO
Soprattutto nelle liti di valore modesto, dove l’ammontare delle spese di lite è tale da vanificare il pregiudizio economico che la parte ha inteso evitare, l’immotivata compensazione delle spese finisce col pregiudicare il concreto esercizio del diritto di difesa garantito dall’articolo 24 della Costituzione. Se ne deduce, quindi, che deve essere disposto nei casi in cui sia effettivamente giustificato (e va ben motivato). Cassazione: ordinanze 25594/2018, 10026/2013 e 5696/2012