«Sfide che molte imprese hanno saputo cogliere ma la politica non vede»
Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola
Le alluvioni e il “clima impazzito”. I grandi flussi migratori, figli non solo delle guerre ma anche di un’Africa che si fa più arida e dove si prosciugano laghi e fiumi e la ricerca tecnologica votata a coniugare performance e risparmio energetico. C’è un “filo rosso” che lega le grandi sfide che l’Occidente sta – tra paure e chiusure – attraversando. E sono tutte sfide che hanno a che fare con la sostenibilità ambientale. Ne è convinto Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola e – onorario – di Legambiente. Sino alla scorsa legislatura è stato anche presidente della commissione Ambiente della Camera ed esponente del Partito Democratico. «Con il recente voto “locale” in Baviera e in Assia – ha spiegato Realacci – la Germania ha dimostrato che c’è una partita aperta e che la risposta ai rischi ambientali, climatici e sociali deve produrre delle opportunità per costruire un’economia e una società innovativi e più inclusivi. Del resto – ha aggiunto Realacci – i Verdi tedeschi già guidano, in coalizione, con il 30%, il Land più industrializzato della Germania, cioè il Baden Württemberg».
E in Italia?
«Nel 9° rapporto GreenItaly emergono alcuni elementi interessanti, anche nel confronto con i nostri partner europei – ha proseguito Realacci –. Ad esempio, Milano e Vienna sono le due città europee sopra il milione di abitanti con le percentuali più elevate di raccolta differenziata. Milano è addirittura prima nella gestione dell’umido. In Italia, questo cammino verso il futuro incrocia strade che arrivano dal passato e che ci parlano di una spinta alla qualità, all’efficienza, all’innovazione, alla bellezza. Una sintonia tra identità e istanze del futuro che negli anni bui della crisi è diventata una reazione di sistema, una sorta di missione produttiva indicata dal basso, spesso senza incentivi pubblici, da una quota rilevante delle nostre imprese. Una scelta coraggiosa e vincente. Per le imprese, che investendo diventano più sostenibili e soprattutto più competitive. E per il Paese, che nella green economy e nell’economia circolare
«Non si vince la sfida ambientale puntando sulla paura»
Ermete Realacci
PRESIDENTE DI FONDAZIONE SYMBOLA
ha riscoperto antiche vocazioni (quella al riciclo e all’uso efficiente delle risorse) e ha trovato un modello produttivo che grazie all’innovazione, alla ricerca, alla tecnologia ne rafforza l’identità, le tradizioni, ne enfatizza i punti di forza. Un modello produttivo e sociale che offre al Paese la possibilità di avere un rilevante ruolo internazionale: già oggi l’Italia è una superpotenza nell’economia circolare».
Però i dati Istat del III trimestre 2018 mostrano una performance stagnante dell’economia italiana. Cosa sta facendo (o dovrebbe fare) la politica?
«I dati – ha aggiunto Realacci – ci dicono che il 30% delle imprese ha investito nella green economy e ne ha tratto benefici. Non sono tutte le imprese, ma una parte cospicua e importante di esse. Per far sì che questi numero aumenti è però necessario avere una visione, un indirizzo politico. Incentivare la ricerca, gli investimenti tencologici e quelli che vanno verso il risparmio energetico, le energie “pulite”, l’efficienza sostenibile. Non vedo un piano, in questa Legge di Bilancio, che vada in questa direzione con coerenza e con uno sforzo economico concreto e convinto. Non si vince la sfida ambientrale puntando sulla paura – ha concluso Realacci –. Ma le politiche ambientaliste sono su un binario morto. Le imprese stanno cogliendo quelle opportunità che la politica continua a non vedere».