«Alle imprese italiane serve un ecosistema che faccia da driver»
Ernesto Ciorra, responsabile Innovazione Gruppo Enel
innovazione riduce i costi, aumenta la flessibilità delle rinnovabili, grazie a soluzioni di storage che le integrano, permette di integrare tra loro diverse fonti rinnovabili e riduce drasticamente inquinamento e climate change. In sintesi: l’innovazione nella green economy crea un mondo migliore in cui vivere». Ernesto Ciorra, responsabile dell’innovazione e della sostenibilità del gruppo Enel, racconta perchè cercare e sperimentare nuove tecnologie costituisce un presupposto irrinunciabile per la diffusione della green economy. Il manager è reduce da una trasferta a Londra, presso la London Business School, che ha premiato Enel (nonostante sfidanti come Nintendo e Bayer) con il Real Innovation Award, un riconoscimento a livello mondiale per l’azienda che ha saputo reinventare al meglio il proprio modello di business attraverso un approccio innovativo. «Il problema dell’Italia non sono le imprese che non innovano, ma la mancanza di un ecosistema che faccia da driver dell’innovazione», chiosa.
Perchè la green economy si sposa con l'innovazione?
Vedo almeno cinque buoni motivi. Nel caso delle fonti di energia rinnovabili ha contribuito ad abbattere i costi, consentendo di partecipare a gare offrendo prezzi sempre più competitivi. Inoltre, rende questi fonti flessibili, perchè lo sviluppo delle batterie sta risolvendo l’intermittenza di queste fonti consentendo loro di partecipare a pieno titolo al mercato del dispacciamento. E ancora: arricchisce le fonti tra di loro attraverso le soluzioni ibride, come ad esempio la combinazione di pannelli fotovoltaici con sistema solare a concentrazione e la geotermia, come nell’impianto di Enel Green Power di Stillwater negli Stati Uniti. L’innovazione crea inoltre nuove fonti di energia rinnovabile. Penso al caso dell’energia marina che si ottiene sfruttando il moto ondoso. Il gruppo Enel in Australia è presente in modo importante con questa fonte e abbiamo una macchina di questo tipo in fase di test in Toscana. In un paese come il nostro circondato dal mare è facile immaginare quale possano essere i vantaggi della diffusione di questa fonte di energia.
E poi ci sono le auto elettriche. Gli ambientalisti, però, non sono concordi sulla sostenibilità di questa forma di mobilità.
Credo sia fondamentale creare nuove occasioni di elettrificazione. Il metano ha un impatto sul clima molto superiore
L’innovazione semplifica il passaggio a una green economy che costi meno, sia più utile, performante
Ernesto Ciorra RESPONSABILE INNOVAZIONE ENEL
rispetto alla C02. Ci sono inoltre numerose ricerche che dimostrano come i gas di scarico delle automobili siano responsabili del 50 per cento dei tumori ai polmoni. Le auto elettriche non hanno emissioni inquinanti. C’è chi obietta che queste richiedano un complesso e costoso processo per riciclarle. Ma in realtà il tema si pone anche per le auto tradizionali, che peraltro così come quelle elettriche per essere prodotte comunque implicano una forma di inquinamento. L’innovazione in questo caso è importante: lavora sull’implementazione di batterie che aumentino l’autonomia dell’auto e la velocità della ricarica. L’innovazione serve a semplificare il passaggio a una green economy che costi meno, sia più utile, performante e più vantaggiosa per tutti e che non costituisca una diminutio di nulla, ma comporti benefici per tutti.
L’Italia è un paese che innova? Le imprese italiane sono molto brave a innovare. Ci sono settori nei quali l’Italia è un modello di riferimento: penso alla moda, l’artigianato, l’elettronica di precisione.Il problema è che non abbiamo un ecosistema italiano che sostenga l’innovazione. Se dobbiamo cercare un’azienda in Israele ci rivolgiamo all’Israeli Innovation Authority che trova immediatamente l’azienda innovativa con la quale lavorare. I capitali pubblici per le start up italiane sono molto inferiori rispetto agli enormi capitali privati negli Usa, o a quelli pubblici in Russia e in Israele, paesi nei quali abbiamo innovation hub. Abbiamo lanciato un laboratorio ad Haifa: l’80 per cento dei nostri costi operativi viene pagato dal governo israeliano. Noi sosteniamo le imprese: se l’ecosistema italiano non ha fondi, noi le aiutiamo a trovare capitali fuori, negli Usa, in Svizzera, Francia, Russia.