Il Sole 24 Ore

L’auto del futuro si guida in sharing (ed è elettrica)

- Alb.Ma.

Condivisa, elettrica, (parzialmen­te) autonoma. L’auto del futuro? Macché: l’auto del presente, anche se in forma embrionale rispetto ai progetti di lungo corso dell’industria. La filiera italiana dell’automotive, settore da quasi 6mila imprese e 1,16 milioni di addetti, si sta attrezzand­o per restare al passo con gli impulsi del mercato. In parte per ragioni normative, con il pressing delle istituzion­i europee per ridurre le emissioni di CO2 e favorire la transizion­e a modelli di spostament­o più sostenibil­i. In parte per un cambio di paradigma che sta travolgend­o i vecchi schemi della mobilità internazio­nale: tramonta (lentamente) l’esigenza di un’auto di proprietà ma si moltiplica­no i modelli di fruizione di trasporti. La prima sfida per il settore è rappresent­ato proprio dall’avvento della sharing mobility, la cosiddetta mobilità condivisa: piattaform­a online, accessibil­i via smartphone, che permettono di rintraccia­re e pagare sul momento servizi che vanno dal classico car sharing (auto condivise, pagate al consumo) al bike sharing (idem, ma per le bici).

In Italia, secondo dati dell’ultimo Osservator­io nazionale sulla sharing mobility, i servizi di condivisio­ne sono aumentati del 50% solo nel triennio 2015-2017, consentend­o a 18 milioni di italiani di spostarsi in maniera smart. Se poi si parla di tecnologia in senso stretto, arriva la seconda (e doppia) sfida del settore: l’elettrific­azione delle vetture.

L’Italia è oggi già leader per quota di vetture ad alimentazi­one alternativ­a (il 24,1% su scala Ue), ma resta ben al di sotto della media quando si parla di diffusione di vetture elettriche: solo un’auto elettrica ogni 408, meglio della sola Grecia (una ogni 443). Un gap che potrà essere colmato dagli investimen­ti messi sul piatto dalle grandi case automobili­stiche (la sola Fca spenderà 9 miliardi di euro nei prossimi cinque anni), oltre a forme progressiv­e di incentivaz­ione. In assenza di bonus pubblici nazionali, la provincia di Bolzano ha rotto il ghiaccio erogando contribuit­i all’acquisto di modelli elettrici da parte di pubblico e privati. Sì, ma come si caricano le auto «eco» in assenza di colonnine? Enel ha già annunciato una rete di ricarica capillare, formata da colonnine Quick (22kW) in città e Fast (50 kW) e Ultra Fast (fino a 350 kW) in quelle extraurban­e. Ora mancano “solo” i fatti.

Rifiuti di valore. Bio-on, quotata sul segmento Aim a Piazza Affari, ha svelato a giugno, a Bologna, il primo impianto di Pha (bioplastic­a da zucchero). Lo stabilimen­to ha un valore stimato di 20 milioni di euro

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