Bonometti: «Con la Lombardia ferma si blocca l’Italia»
L’allarme dopo i dati deboli del trimestre. «Giù la fiducia perché manca un progetto»
La Lombardia rallenta. Ed è un guaio. Se infatti l’Italia nell’ultimo biennio è stata in grado di avvicinare i livelli europei in termini di produzione industriale lo si deve soprattutto alla prima regione manifatturiera del paese, il cui indice dell’output è ormai ad appena tre punti dalla media Ue, gap che invece quadruplica a livello nazionale.
Parlare di crisi al momento è eccessivo ma certo i segnali di frenata sono visibili a più livelli, con un terzo trimestre in calo rispetto al periodo precedente e rallentato al più basso tasso di crescita annuo (+2,3%) da fine 2016, così come in discesa è il tasso di utilizzo degli impianti, anche in questo caso ai minimi da due anni.
Difficile del resto fare meglio guardando ai dati macro nazionali, con l’Istat a registrare un terzo trimestre a crescita zero, una fiducia delle imprese in arretramento, così come in netto calo è l’indice dei direttori d’acquisto, sceso al valore più basso dal 2013. Anche in Lombardia gli umori non sono brillanti come in passato: se a fine 2017 a segnalare un aumento della produzione era ben il 62% del campione ora siamo scesi a quota 52% mentre le imprese che registrano frenate rilevanti, superiori al 5%, sono passate da 19 a 24 su 100. «Parlando con gli imprenditori – spiega il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti – ci si accorge di un clima diverso e l’elemento più preoccupante è la mancanza di fiducia: si percepisce nel Governo la mancanza di un progetto, di un piano che metta al centro l’impresa. Non per erogare mance ma per mettere le aziende in condizioni di competere. Ora raccogliamo i frutti di scelte sbagliate o di non scelte di questo governo: di questo passo gli obiettivi di crescita non saranno mai raggiunti». A tenere botta, in termini settoriali, è in Lombardia per ora soprattutto il comparto meccanico, primo beneficiario dello stimolo fiscale sugli investimenti, piano depotenziato dal nuovo Governo eliminando il superammortamento e rivedendo al ribasso (con vincoli dimensionali) le aliquote dell’iperammortamento. «Cambiare le regole in corsa è un errore – aggiunge Bonometti – e l’incertezza è il peggior nemico degli investimenti, che infatti in Lombardia ora sono meno robusti. Si tratta delle stesse imprese, peraltro, che di fronte ad una politica industriale seria hanno dimostrato di saper rispondere, rilanciando gli investimenti per migliorare la propria competitività». Domanda interna debole, rallentamento dell’export e difficoltà del settore auto, alle prese con nuove regole e una rivoluzione tecnologica, sono per Bonometti elementi di preoccupazione che dovrebbero indurre il Governo a cambiare rotta.
«Le infrastrutture vanno rilanciate – aggiunge – e in generale le risorse devono privilegiare investimenti produttivi verso la crescita e lo sviluppo. I dati dimostrano che i nostri allarmi non erano infondati. Occorre agire subito, perché se si ferma la Lombardia si blocca l’Italia».