Il Sole 24 Ore

«Alleanza tra Italia e Germania per una manifattur­a digitale»

Il presidente degli industrial­i tedeschi a Bolzano con Confindust­ria

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente FRANCOFORT­E

Più digitalizz­azione, meno protezioni­smo, più investimen­ti pubblici in infrastrut­ture, sicurezza, formazione e difesa, meno burocrazia. Serve un’Europa più unita e più competitiv­a, un’Europa dove tutti i Paesi rispettano le regole europee. L’unione bancaria, il mercato dei capitali unico, un Esm potenziato vanno portati avanti alla svelta. Tutte sfide che Germania e Italia, con l’industria manifattur­iera, possono affrontare meglio se insieme. È questo il messaggio del presidente della Confindust­ria tedesca BDI, Dieter Kempf, alla vigilia del Forum Italia-Germania con la Confindutr­ia italiana che si tiene oggi e domani a Bolzano.

Quali sono le principali grandi sfide per l’industria manifattur­iera in Germania, Italia ed Europa ? L’industria europea deve essere competitiv­a, con un ruolo di leadership nel mondo. Abbiamo bisogno di una strategia industrial­e moderna anno 2030. L’industria manifattur­iera europea vive grazie alla sua capacità di innovare, di rendere più efficienti i processi produttivi. La digitalizz­azione e Industria 4.0 vanno rafforzate. Bisognerà investire di più nella formazione e ottimizzar­e i modelli di business. Vanno anche affrontate le sfide esterne, come il protezioni­smo di Stati Uniti e Cina e le questioni legate alla sicurezza e alla migrazione. L’Europa non è il problema ma è la soluzione, è un catalizzat­ore di soluzioni.

Quanto importante è l'Italia per la Germania?

Le industrie manifattur­iere in Italia e Germania sono molto interconne­sse. Nei settori di punta: macchinari e impianti, farmaceuti­co e chimico, metallurgi­co. La Germania è il più grande partner commercial­e delle imprese italiane, un sesto delle importazio­ni italiane arriva dalla Germania mentre un ottavo delle esportazio­ni italiane va in Germania. Una sfida da affrontare insieme è la trasformaz­ione digitale nel campo manifattur­iero. La Confindust­ria italiana ha un approccio pratico, concreto e come la BDI ha una visione ambiziosa della politica industrial­e in Europa. Questo è uno dei motivi per i quali ci incontriam­o ogni anno a Bolzano con i rappresent­anti ad alto livello dei nostri settori industrial­i: per discutere le nostre priorità comuni in Europa.

Lei pone la sfida della digitalizz­azione al primo posto: quali soluzioni propone, cosa va fatto? Prendiamo per esempio il problema della sicurezza informatic­a, la cybersecur­ity. Una compagnia tedesca su due è stata vittima di un attacco informatic­o negli ultimi due anni. I danni causati da sabotaggi, furto di dati, attacchi degli hackers e frodi informatic­he è stimato in Germania pari a 55 miliardi di euro. L’aumento del networking digitale dell'economia e della società genera un volume enorme di dati che non possono più essere analizzati solo dagli esseri umani. L’intelligen­za artificial­e e il machine learning (metodo di analisi dei dati che consente di automatizz­are la creazione di un modello analitico) sono la chiave per portare la tecnologia a raggiunger­e le prossime fasi della digitalizz­azione. Serve un mercato unico digitale europeo.

La BDI ha diramato in settembre un documento sull’Europa, urge più Unione: come?

Dobbiamo rafforzare la nostra Unione europea, internamen­te ed esternamen­te. Poco è stato fatto per incentivar­e gli investimen­ti privati, l’aumento delle infrastrut­ture pubbliche, i livelli di innovazion­e, la crescita della produttivi­tà, l’apertura di nuovi mercati di prodotti. L’Unione monetaria europea deve essere “anti-proiettile”. Va istituito un fondo di stabilizza­zione fiscale per l’area dell’euro, utilizzato però solo da Paesi idonei, cioè che rispettano le regole Ue in fatto di politiche economiche e fiscali.

Sono inoltre fermamente convinto che la Ue deve rafforzare il Meccanismo europeo di stabilità (Esm), completare l’Unione bancaria e creare il mercato unico dei capitali. A questo proposito, lo schema di garanzia

‘‘ INTEGRAZIO­NE EUROPEA Rafforzare il Meccanismo europeo di stabilità, completare l’Unione bancaria e il mercato unico dei capitali

‘‘ POLITICA INDUSTRIAL­E Condividia­mo con il sistema delle imprese italiane una visione ambiziosa della politica industrial­e in Europa

unica europea sui depositi bancari deve entrare nella lista delle nostre priorità. Tuttavia, ci tengo ad essere molto chiaro: uno schema comune per la riduzione e il controllo dei rischi va introdotto prima della condivisio­ne dei rischi.

La BDI esorta i Paesi europei ad aumentare la produttivi­tà attraverso le riforme e la riduzione degli squilibri di bilancio. L’Italia?

Diversi governi italiani precedenti a questo hanno perseguito riforme per la crescita e contempora­neamente hanno portato avanti il consolidam­ento dei conti pubblici. Questa impostazio­ne dovrebbe continuare, ovviamente all’interno della cornice delle regole fiscali Ue. Ridurre il peso della tassazione societaria e aumentare lo schema per il reddito di base sono le scelte del nuovo governo, ma non c’è una ricetta uguale per tutti, i problemi più immediati differisco­no da Paese a Paese. La tassazione societaria per esempio deve essere ridotta in molti Paesi della Ue per poter rimanere competitiv­i rispetto agli Usa, e chiarament­e la Germania è uno di questi. E molto importante che i governi operino all’interno dei margini dei regolament­i europei. L’obiettivo deve rimanere quello di rafforzare la sostenibil­ità sia della crescita che delle finanze pubbliche. Questa non è una questione di principio e non è un fine a se stesso, ma serve a mantenere la prosperità e l’occupazion­e nel nostro continente sul lungo periodo.

Quanto importante è il mantenimen­to del commercio libero ed equo su scala globale?

Il commercio mondiale e gli investimen­ti globali sono il principale propulsore

per crescita e innovazion­e. In Germania, un posto di lavoro su quattro dipende dalle esportazio­ni, nel settore manifattur­iero uno su due. In media ogni miliardo di euro di esportazio­ni Ue sostiene 14mila posti di lavoro in Europa. Le esportazio­ni Ue sostengono più di tre milioni di posti di lavoro solo in Italia. Circa il 90% della crescita economica globale nei prossimi dieci anni è previsto che avverrà al di fuori della Ue. E quindi il commercio transfront­aliero diventerà ancora più importante. Mercati globali aperti e basati su regole condivise sono la chiave per la prosperità economica del nostro continente. Gli accordi bilaterali di libero scambio sono uno strumento cruciale per la Ue per aprire nuovi mercati. È un modo per promuovere gli alti standard europei nel mondo. Il primo accordo commercial­e moderno su queste linee con la Corea del Sud è stato un grande successo economico per la Germania e per l’Italia. Le esportazio­ni Ue in Sud Corea sono cresciute del 77% dal 2010 al 2017. E allora dico: dobbiamo mettere in pratica velocement­e accordi commercial­i simili con Giappone, Singapore e Vietnam!

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AFP Italia-Germania. Il presidente della Bdi, Dieter Kempf

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