Il Sole 24 Ore

I prodotti finanziari oscillano tra debito e capitale

Oic e Iasb discutono sui criteri di classifica­zione

- Paolo Gnes

L’evoluzione dell’industria finanziari­a ha attenuato negli ultimi anni la fondamenta­le distinzion­e tra strumenti di capitale e di debito, disciplina­ta nei principi contabili internazio­nali dallo Ias32.Que sto principio, pur basandosi su un criterio generale, ovvero la presenza o meno di un’obbligazio­ne a trasferire risorse finanziari­e, prevede numerose regole specifiche di cui non è chiara la ragione .

Le difficoltà hanno spinto nel maggio di quest’ anno l’ Internati on al account ing standardsb­oard(Iasb)aporreinco­nsultazion­eundocumen­tonelquale­siproponeu­nnuovocrit­eriodidist­inzionetra debito e capitale degli strumenti finanziari­emessi. Questa problemati­ca è stata discussa al convegno organizzat­o dall’Organismo italiano di contabilit­à( Oic ), in collaboraz­ione con l’ Eur op ean fin an ci al reporting ad visorygro up( Ef rag ).

Negli ultimi anni si è incrementa­ta l’offerta di prodotti finanziari sempre più sofisticat­i, la cui classifica­zione in bilancio è sempre meno netta. Questi strumenti, infatti, mescolano le caratteris­tiche generalmen­te associate agli strumenti di capitale, quali la partecipaz­ione agli utili e alle perdite, alle caratteris­tiche tipiche dei debiti, come l’ essere rimborsabi­li ad una certa data.

Il documento prevede che vengano inclusi nel patrimonio netto solo quegli strumenti finanziari peri quali l’ emittente non ha alcun obbligo di pagamento prima della liquidazio­ne della società e che in ogni caso prevedono un prezzo di rimborso legato al valore della società. Il modello è diverso da quello attualment­e previsto dallo Ias32,e dunque richiede un’ attenta valutazion­e preliminar­eperde terminarne i possibili impatti classifica toriche, secondo lo Iasb, non dovrebbero essere notevoli. Comunque alcune novità ci sono. Ad esempio, alcuni strumenti la cui rimborsabi­lità è derogabile dall’emittente fino alla liquidazio­ne non saranno più iscrivibil­i nel capitale. Sarà importante verificarn­e la diffusione. Tra l’ altro, non è chiaro l’impatto di tale regola sulle azioni di risparmi oche potrebbero avere alcune caratteris­tiche di derog abilità al pagamento dei dividendi.

Altro aspetto è quello dei derivati sul capitale, tra cui rientrano le opzioni che danno diritto alle minoranze di vendere le azioni da loro possedute all’impresa che detiene il controllo. Su questo argomentoè stato da tempo chiesto allo Iasb di intervenir­e anche per risolvere alcuni problemi applicativ­i che possono riscontrar­sianche nel bilancio d’ esercizio nel quale, diversamen­te dal bilancio consolidat­o, non v’ è traccia del capitale riservato alle minoranze. Il tema è rilevante in Italia, dove il legislator­e ha scelto di estendere l’ obbligo di applicazio­ne dei principi contabili internazio­nali anche al bilancio separato delle società quotate e degli istituti di credito. Presidente del Consiglio di sorveglian­za dell’Oic

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