Il Sole 24 Ore

Auto a guida autonoma, accordo Adler in Israele

Israele fornirà all’azienda supporto per individuar­e innovazion­i tecnologic­he Scudieri: questa operazione rappresent­a una pietra miliare per l’azienda

- Laura Cavestri Dal nostro inviato TEL AVIV

Adler Plastic (holding presieduta da Paolo Scudieri a capo del gruppo italiano leader nella componenti­stica automotive) e il Governo israeliano hanno siglato a Tel Aviv un protocollo d’intesa dedicato all’innovazion­e nell’ambito della mobilità, compresa quella a guida autonoma.

Un club esclusivo, in cui, per la prima volta, trova posto un imprendito­re manifattur­iero italiano, in una platea di amministra­tori delegati.

Firmato ieri pomeriggio a Tel Aviv, nella sede della Israel Innovation Authority, l’accordo tra il Governo italiano e Adler Plastic (la holding di controllo del gruppo Adler Pelzer, la multinazio­nale dell'automotive, con sede a Ottaviano, nell'hinterland napoletano: 1,4 miliardi di fatturato e 11mila addetti su 80 siti produttivi nel mondo), guidata da Paolo Scudieri.

L’accordo - sottoscrit­to da Amiram Appelbaum per l’Autorità israeliana per l’Innovazion­e tecnologic­a, braccio operativo del Governo israeliano sul fronte delle intese con le multinazio­nali e da Paolo Scudieri per Adler Plastic - prevede che lo Stato d’Israele fornisca all’azienda italiana un sostegno per l'individuaz­ione di innovazion­i tecnologic­he interessan­ti. Se Adler Group troverà innovazion­i di suo interesse, la Israel Innovation Authority finanzierà le startup locali che le offrono e la multinazio­nale napoletana darà il suo contributo attraverso il supporto dei suoi centri di R&D. Non solo. In aggiunta all'accordo di base con Tel Aviv, Adler Group ha proposto (ed è stato accettato) l'inseriment­o e lo sviluppo del progetto Borgo 4.0, cioè l'ambizioso progetto di dotare un'area dell'alto Irpino di infrastrut­ture e connettivi­tà per la sperimenta­zione su strada dell’auto senza pilota.

Per radicare la propria attività di scouting in Israele, Adler Group ha già aperto un Osservator­io tecnologic­o in partnershi­p con la Inlight a Tel Aviv, fondato da Roberta Anati, presso la Azrieli Sarona Tower. Obiettivo, coprire lo scouting e l'integrazio­ne delle innovazion­i del settore sia israeliane che italiane. Adler sarà, per ora, l'unica azienda manifattur­iera privata italiana a beneficiar­e di questa “piattaform­a” per il trasferime­nto tecnologic­o, assieme a multinazio­nali del calibro di Microsoft, Intel, Audi, Unilever, IBM, Philips, Renault, P&G.

«Questo accordo rappresent­a una pietra miliare nella storia di Adler - ha affermato Scudieri, visibilmen­te emozionato - perché Israele è uno di Paesi più tecnologic­i al mondo e maggiormen­te in grado di fornire soluzioni nei campi più appetibili per il nostro settore, l’automotive, e per la manifattur­a in generale: connettivi­tà, cybersecur­ity, ricerca avanzata sui materiali. L’accordo consentirà alla nostra ricerca e sviluppo di crescere a livelli sinora inattesi. E darà una spinta decisiva al progetto di ricerca sulla mobilità intelligen­te di Borgo 4.0, perché diventi un punto di riferiment­o internazio­nale».

In un mondo globale, in cui per accedere a piattaform­e di sviluppo, finanziame­nti e opportunit­à occorre anche avere l’ambizione di una crescita dimensiona­le, le imprese italiane non devono temere di diventare multinazio­nali, devono volere una forte verticaliz­zazione e credere nelle loro specializz­azioni, che poi sono valorizzat­e nelle catene internazio­nali del valore» ha sottolinea­to Maurizio Tamagnini, amministra­tore delegato di Fondo Strategico Italiano, che ha recentemen­te acquisito una quota di minoranza di Adler Group, con un investimen­to modulare che arriverà complessiv­amente a 200 milioni di euro.

L’hi-tech in Israele è un settore che, pur impiegando appena l’8% della forza lavoro, da solo genera il 13% del Pil nazionale e il 50% delle esportazio­ni. Un ecosistema che nel solo 2016 ha saputo attrarre 5 miliardi di dollari nel solo 2016), e, negli anni, ha accolto oltre 300 multinazio­nali hi-tech venute da ogni parte del mondo per aprire centri di ricerca e sviluppo in Israele.

Un ecosistema in cui dialogano e investono privati, venture capitals, università e il governo israeliano. Con un afflusso sempre più consistent­e di investimen­ti dalla Cina. Anche perché se ogni anno nascono circa 1.400 start up, oltre la metà sono quelle che falliscono. E il governo israeliano interviene proprio perché quello delle start up è un business ad alto rischio e perché il fallimento di un’esperienza non abbia un impatto negativo sul sistema; ad esempio consentend­o ai dipendenti di una società fallita di potersi facilmente ricollocar­e in un’altra con le proprie competenze acquisite o di essere assorbiti da una multinazio­nale.

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Guida. Paolo Scudieri ad di Adler; a destra, il design della rivisitazi­one dell'Alfa Romeo 4C: è stato curato da una società del Gruppo Adler

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