Il Sole 24 Ore

Boccia: «Difendere l’industria europea per avere sviluppo»

Il presidente di Confindust­ria: «Manovra ancora troppo debole sulla crescita»

- Dal nostro inviato Nicoletta Picchio BOLZANO

Italia e Germania, primi due paesi manifattur­ieri europei, devono spingere ancora di più nell'integrazio­ne dei sistemi industrial­i, per rafforzare non solo la propria industria, ma anche quella Ue, e aumentare la crescita. «Difendere l’industria europea e ragionare sulle riforme per l’Europa dandoci alcune grandi missioni è l’obiettivo che dobbiamo realizzare. Avendo chiaro che l’industria Ue è molto più integrata di quello che si immagina». Vincenzo Boccia, entrando a Palazzo Mercantile di Bolzano, anticipa i temi del Forum annuale con la Bdi, la Confindust­ria tedesca presieduto da Dieter Kempf, arrivato all’ottava edizione. «È ancora più attuale rispetto al passato, è alla vigilia di una campagna elettorale europea» ha detto il presidente di Confindust­ria. Si tiene mentre arrivano segnali di rallentame­nto della crescita europea, in particolar­e italiana, ma anche in Germania.

«C’è una sintonia molto forte tra Italia e Germania, una filiera che collega l’industria tedesca sia nella chiave di mercato domestico, quello europeo che è il più ricco del mondo, sia nella volontà di accettare la sfida con le industrie di altri paesi, Cina e Stati Uniti», ha detto Boccia. «Ogni attacco all’industria tedesca è un attacco all'industria europea. Quando il presidente Trump dice che vorrebbe vedere meno macchine tedesche negli Usa, vorrei ricordare che in alcune macchine tedesche c’è fino al 70% di Italia». Quanto a noi «se c’è un rallentame­nto del mercato globale dobbiamo reagire, essere più competitiv­i. Evitare di fare errori nella manovra economica e accelerare addirittur­a il rallentame­nto in Italia», ha continuato il presidente di Confindust­ria, ribadendo che la manovra è ancora «troppo debole»sulla crescita. Bisogna puntare «sulla competitiv­ità del paese, partendo dalle imprese, dall’occupazion­e, dalla dotazione infrastrut­turale» per far fronte anche «al rallentame­nto del commercio globale che arriva anche a casa nostra, dal momento che siamo un paese esportator­e, con 550 miliardi all’anno, di cui 450 vengono dalla manifattur­a».

Temi che le imprese hanno discusso ieri sera a cena con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero. Il focus di ieri è stato la politica industrial­e. «Sono emersi alcuni aspetti prioritari: l’industria è centrale per lo sviluppo, occorrono più investimen­ti Ue per renderla competitiv­a rispetto a Usa e Cina; occorre attenzione alle Pmi, specie sulla finanza; bisogna puntare su ricerca e innovazion­e, integrando di più le filiere; gestire la trasformaz­ione digitale, il 44% dei giovani Ue ha un gap digitale. Ed è fondamenta­le la formazione», ha detto Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindust­ria, con la delega al Capitale umano. Accanto all’impegno sulla nuova politica industrial­e per Stefan Pan, vice presidente di Confindust­ria per le Politiche regionali «è fondamenta­le un diverso racconto sull’Europa che entusiasmi la gente, che arrivi ai giovani e spieghi che la Ue vuol dire crescita, lavoro qualifican­te, ascensore sociale. Se non viene vinta questa sfida perde efficacia anche quella sulla politica industrial­e». Oggi si parlerà di credito e mercati finanziari e al termine sarà firmata una dichiarazi­one congiunta di Confindust­ria e Bdi sulle istanze da proporre alla Ue. «La sintonia con la Confindust­ria tedesca è elevata, allarghere­mo il dialogo anche alle altre Confindust­rie europee che vedremo a metà novembre a Vienna», ha concluso Boccia.

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ANSA Sintonia con Berlino.Vincenzo Boccia, presidente di Confindust­ria

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