Boccia: «Difendere l’industria europea per avere sviluppo»
Il presidente di Confindustria: «Manovra ancora troppo debole sulla crescita»
Italia e Germania, primi due paesi manifatturieri europei, devono spingere ancora di più nell'integrazione dei sistemi industriali, per rafforzare non solo la propria industria, ma anche quella Ue, e aumentare la crescita. «Difendere l’industria europea e ragionare sulle riforme per l’Europa dandoci alcune grandi missioni è l’obiettivo che dobbiamo realizzare. Avendo chiaro che l’industria Ue è molto più integrata di quello che si immagina». Vincenzo Boccia, entrando a Palazzo Mercantile di Bolzano, anticipa i temi del Forum annuale con la Bdi, la Confindustria tedesca presieduto da Dieter Kempf, arrivato all’ottava edizione. «È ancora più attuale rispetto al passato, è alla vigilia di una campagna elettorale europea» ha detto il presidente di Confindustria. Si tiene mentre arrivano segnali di rallentamento della crescita europea, in particolare italiana, ma anche in Germania.
«C’è una sintonia molto forte tra Italia e Germania, una filiera che collega l’industria tedesca sia nella chiave di mercato domestico, quello europeo che è il più ricco del mondo, sia nella volontà di accettare la sfida con le industrie di altri paesi, Cina e Stati Uniti», ha detto Boccia. «Ogni attacco all’industria tedesca è un attacco all'industria europea. Quando il presidente Trump dice che vorrebbe vedere meno macchine tedesche negli Usa, vorrei ricordare che in alcune macchine tedesche c’è fino al 70% di Italia». Quanto a noi «se c’è un rallentamento del mercato globale dobbiamo reagire, essere più competitivi. Evitare di fare errori nella manovra economica e accelerare addirittura il rallentamento in Italia», ha continuato il presidente di Confindustria, ribadendo che la manovra è ancora «troppo debole»sulla crescita. Bisogna puntare «sulla competitività del paese, partendo dalle imprese, dall’occupazione, dalla dotazione infrastrutturale» per far fronte anche «al rallentamento del commercio globale che arriva anche a casa nostra, dal momento che siamo un paese esportatore, con 550 miliardi all’anno, di cui 450 vengono dalla manifattura».
Temi che le imprese hanno discusso ieri sera a cena con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero. Il focus di ieri è stato la politica industriale. «Sono emersi alcuni aspetti prioritari: l’industria è centrale per lo sviluppo, occorrono più investimenti Ue per renderla competitiva rispetto a Usa e Cina; occorre attenzione alle Pmi, specie sulla finanza; bisogna puntare su ricerca e innovazione, integrando di più le filiere; gestire la trasformazione digitale, il 44% dei giovani Ue ha un gap digitale. Ed è fondamentale la formazione», ha detto Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindustria, con la delega al Capitale umano. Accanto all’impegno sulla nuova politica industriale per Stefan Pan, vice presidente di Confindustria per le Politiche regionali «è fondamentale un diverso racconto sull’Europa che entusiasmi la gente, che arrivi ai giovani e spieghi che la Ue vuol dire crescita, lavoro qualificante, ascensore sociale. Se non viene vinta questa sfida perde efficacia anche quella sulla politica industriale». Oggi si parlerà di credito e mercati finanziari e al termine sarà firmata una dichiarazione congiunta di Confindustria e Bdi sulle istanze da proporre alla Ue. «La sintonia con la Confindustria tedesca è elevata, allargheremo il dialogo anche alle altre Confindustrie europee che vedremo a metà novembre a Vienna», ha concluso Boccia.