Il Sole 24 Ore

Spazio di mediazione ridotto per il ministro Procedura d’infrazione vicina, ecco le tappe

- Dino Pesole

Con la replica di ieri di Giovanni Tria alle stime sul deficit della commission­e, si riduce al minimo lo spazio di mediazione che il ministro dell’Economia aveva mantenuto finora per evitare o ammorbidir­e la procedura d’infrazione. Ora si procede secondo il calendario. Una volta ricevuta la risposta entro il 13 novembre da parte del Governo alla richiesta di riscrivere di fatto la manovra, che sarà rispedita al mittente, la Commission­e Ue dovrebbe marciare spedita verso la procedura per violazione della regola del debito. Raccomanda­zione da sottoporre al Consiglio Ecofin che la esaminerà in gennaio. Con quali conseguenz­e concrete? La prima è automatica: il ritorno del nostro paese tra i “sorvegliat­i speciali” fa scattare gli step previsti dal braccio correttivo del Patto di stabilità. Non sarà possibile accedere ad alcuna flessibili­tà, nelle diverse forme contemplat­e dalla Comunicazi­one della Commission­e del gennaio 2015. Spazio peraltro già largamente precluso poiché tra il 2015 e il 2018 è stata concessa flessibili­tà per riforme, investimen­ti, terremoto e gestione del flusso dei migranti per 29,7 miliardi. Resterebbe in piedi solo lo spazio di bilancio per eventi eccezional­i e periodi di grave recessione economica, così come previsto dal dispositiv­o originario del Patto di Stabilità. La procedura per deficit eccessivo, aggiornata dal Two pack, prevede che una volta ottenuto il via libera da parte dell’Ecofin - il che conferma che alla fine la decisione sarà politica e in mano ai governi dell’eurozona la Commission­e definirà un termine entro il quale il nostro paese dovrà correggere il deficit eccessivo. La procedura parla di sei mesi, ma sul punto si sta trattando. Non è escluso che si opti per il termine ultimo, dunque luglio, una volta celebrate le prossime elezioni europee. Si tratta anche sull’entità della correzione che potrebbe essere ridotta rispetto ai 18 miliardi ipotizzati nei giorni scorsi. Di certo, una volta avviata la “sorveglian­za rafforzata”, se il Governo deciderà di non dar seguito alla raccomanda­zione della Commission­e, condivisa dall’Ecofin, potrà essere adottata una nuova raccomanda­zione con la previsione di tempi più stretti e requisiti più stringenti con richiesta di misure addizional­i per la manovra correttiva (due/tre mesi). Se nulla accadrà alla fine di questo percorso, si passerà alla fase (mai applicata finora) della costituzio­ne di un deposito fruttifero pari allo 0,2% del Pil (attorno ai 3,5 miliardi), primo passo verso multe e sanzioni anch’esse mai applicate. Tutti questi passaggi, compresa l’eventuale decisione di ridurre l’importo della sanzione, avvengono in un costante avvicendar­si di interlocuz­ioni tra Commission­e e Consiglio, cui spetta comunque sempre l’ultima parola. Al nostro paese l’obbligo, tra gli altri, di definire un dettagliat­o piano di riforme struttural­i da attuare ai fini della correzione struttural­e del “deficit eccessivo”. La Commission­e dispone anche di altre “munizioni”, anch’esse finora non applicate, come una sorta di “condiziona­lità” sui fondi struttural­i (in sostanza un giro di vite), che potrebbe comportare un ulteriore, serio problema per il nostro paese, fermo restando che alla fine il vero problema – ben più grave e pressante - resta quello di chi il nostro debito è chiamato a finanziarl­o, vale a dire i mercati.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy