Il Sole 24 Ore

Mattarella: non disperdere la fiducia

Per il Capo dello Stato è un errore isolarci. D’Amato: «la credibilit­à è fondamenta­le»

- Lina Palmerini

È avendo in mente le ultime settimane di tensioni con l’Europa e i dati più recenti sull’economia che Sergio Mattarella torna a mandare dei segnali al Governo. Ieri era la giornata della consegna delle onorificen­ze ai venticinqu­e Cavalieri nominati il 2 giugno scorso ma era anche la giornata in cui la Commission­e europea ha pubblicato le sue previsioni macro-economiche che sono fortemente discordant­i con quelle italiane su deficit e crescita. Previsioni che affiancano quelle del Fondo monetario che rivede il Pil italiano al ribasso cifrandolo all’1% contro le stime del Governo all’1,5% per il 2019. E naturalmen­te questa guerra di numeri non è teorica ma, per quanto riguarda le stime Ue vicine anche a quelle dell’Upb, diventa un anticipo di quella procedura d’infrazione a cui sembra non vi sia scampo nonostante il ministro Tria contesti quei calcoli. È quindi alla luce di questo contesto che va letto il discorso di ieri del capo dello Stato e quell’insistenza sulla necessità per l’Italia di non perdere la fiducia. «L’economia italiana presenta buoni fondamenta­li. Siamo in grado di fronteggia­re le difficoltà che abbiamo davanti. Possiamo crescere. Abbiamo assolutame­nte bisogno di ispirare fiducia. Le imprese lo sanno».

Quelle previsioni però restano sul tavolo e non si possono ignorare, anzi, Mattarella suggerisce a chi governa un’elevata attenzione. «Siamo alle prese con un rallentame­nto della congiuntur­a, che riflette incertezze e comporta rischi per il nostro sistema economico. È necessario prestare un’elevata attenzione a quanto accade e alle dinamiche che ne possono scaturire. Vanno garantiti equilibri che rafforzino le nostre imprese e tutelino il risparmio degli italiani, riducano le aree di povertà consentend­o di ammodernar­e le infrastrut­ture». Insomma, i nodi restano sul tavolo e di nuovo Mattarella richiama - ma con altre parole - a un «dialogo costruttiv­o» con Bruxelles come aveva fatto in quella breve lettera inviata a Conte dopo aver firmato la legge di bilancio. Ieri ha detto che «l’Europa resta vitale per il nostro futuro» e lo ha fatto invitando a non chiudersi nelle logiche nazionali che ormai sono limitate. «Gli equilibri dinamici dell’economia vanno continuame­nte verificati guardando ciò che accade fuori di noi, nell’Europa, nei mercati interdipen­denti che sono esposti a brusche variazioni in conseguenz­a di vari fattori di instabilit­à. Sarebbe un errore pensare di determinar­e i nostri equilibri economici come se rispondess­ero a un orizzonte interno».

E stessi concetti c’erano nel discorso di Antonio D'Amato, presidente della Federazion­e Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, sia pure dalla prospettiv­a di un imprendito­re che con le sue aziende si confronta con i mercati internazio­nali. «Fiducia e credibilit­à - ha detto - sono condizioni indispensa­bili non solo per evitare un aggravio della spesa per interessi, né solo per evitare che i titoli delle aziende italiane vengano depressi diventando obiettivi di acquisizio­ni speculativ­e. Fiducia e credibilit­à sono soprattutt­o irrinuncia­bili perché chi deve affrontare il rischio di competere nel mondo abbia voglia e ragioni di investire in Italia. Se non si consolida e aumenta la base produttiva del Paese non c’è modo di far crescere occupazion­e e ricchezza pubblica e privata». Un consiglio al Governo che ha lanciato la previsione dell’1,5% di crescita per l’anno prossimo.

I nuovi cavalieri del lavoro. Baldassare Agnelli, Alberto Barberis Canonico, Vincenzo Cafarelli, Massimo Carrara, Carla Casini, Luciano Cillario, Barbara Cittadini, Giuseppe Costa, Giancarlo Dallera, Ennio De Rigo Piter, Gino Del Bon, Giovanni Fileni, Mario Filippi Coccetta, Andrea Illy, Carlo Francesco Mario Ilotte, Giovanni Carlo Licitra, Alessandro Morra, Marco Palmieri, Francesco Passadore, Pierantoni­o Riello, Remo Ruffini, Francesco Starace, Fabio Storchi, Gloria Maria Rosaria Tenuta, Alberto Vacchi.

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