Valvole, la postvendita chiave per crescere
I committenti chiedono più assistenza e presenza sui mercati emergenti
Le multinazionali dell’oil and gas sono esigenti: chiedono assistenza pre e post vendita, presenza locale, preferiscono avere un interlocutore unico per tutta la gamma e, soprattutto, esigono prezzi competitivi. È questo l’indirizzo che le imprese italiane delle valvole devono seguire se vogliono crescere e restare in corsa in un mercato ricco di potenzialità e in espansione, ma ipercompetitivo e soprattuto dominato da grandi player internazionalizzati. L’identikit è stato tracciato da ValveCampus, società di formazione partner di Ivs, la rassegna che ogni due anni mette in mostra a Bergamo il meglio della filiera italiana delle valvole. Il think-tank ha riunito ieri al Kilometro Rosso un centinaio di manager della filiera per discutere il futuro del comparto. «Il prodotto c’è - spiega il segretario, Francesco Apuzzo -, e anche il mercato, come conferma una recente ricerca di Prometeia commissionata da Ivs, può offrire opportunità. Il nodo è capire come sfruttarle, e per questo abbiamo realizzato una survey coinvolgendo 150 aziende committenti dell’oil&gas e dell’engineering in tutto il mondo. Abbiamo cercato di indagare sui fattori critici del comparto, analizzandolo dal punto di vista dei clienti».
Secondo l’analisi l’Italia è collocata dai committenti in seconda fascia, dopo Usa e Germania. I plus sono rappresentanti dal design e dell’affidabilità meccanica, ma c’è ancora da fare su consegne e assistenza post vendita. «Si tratta di aspetti strettamente legati al fattore dimensionale spiega Apuzzo -, che ci penalizza rispetto a player da un miliardo di fatturato. È questo lo scenario di cui dobbiamo tenere conto». Tra i mercati più promettenti, come già aveva sottolineato lo studio di Prometeia, quelli del Medio Oriente e dell’Africa.