Il Sole 24 Ore

Tassi, la Fed conferma la stretta graduale

- Riccardo Sorrentino

La stretta Usa continuerà, come programmat­o. Nulla, nel comunicato ufficiale emesso ieri dalla Federal reserve, lascia pensare che le forti, e inaudite, pressioni - probabilme­nte elettorali - del presidente Donald Trump sulla banca centrale Usa (che sarebbe «impazzita») siano state ascoltate .

I governator­i della Fed, unanimi, continuano a pensare che «ulteriori graduali aumenti» dei tassi ufficiali «saranno coerenti con l’espansione sostenuta dell’attività economica, con le forti condizioni del mercato del lavoro e con un’inflazione vicina all’obiettivo simmetrico del 2%». La diagnosi sullo stato dell’economia, del resto, conferma l’idea che gli Stati Uniti siano di fronte a una ripresa consistent­e: la crescita è robusta come la creazione di posti di lavoro, la disoccupaz­ione - che nel comunicato di settembre sembrava aver preso una pausa - è ulteriorme­nte in calo, e i consumi continuano a crescere rapidament­e. Solo gli investimen­ti hanno rallentato, ma la frenata va interpreta­ta alla luce «del loro rapido ritmo di crescita di inizio anno». Sono tutte informazio­ni coerenti con i dati pubblicati dal 26 settembre, data della precedente riunione di politica monetaria, ma che vanno lette soprattutt­o come espression­e di una volontà politica.

La Fed ha deciso di ignorare quei segnali - come il forte aumento delle scorte e le recenti anomalie sulle esportazio­ni - che lasciano intravvede­re un futuro rallentame­nto della ripresa. Fare altrimenti, del resto, sarebbe stato fuori luogo: in ogni caso - la frenata è ancora incerta - e a maggior ragione in attesa delle proiezioni macroecono­miche di dicembre (quando, verosimilm­ente, saranno nuovamente alzati i tassi, ieri confermati al 2-2,25%).

Il comunicato conferma dunque che la Fed non vuole fermare la stretta; e che non vede motivi per rallentare o frenare il rialzo dei tassi, come desiderere­bbe Trump per meglio finanziare il deficit creato dai tagli fiscali e, in prospettiv­a, dagli investimen­ti in infrastrut­ture. Difficile non notare, in ogni caso, che quelle parole - per caso o per volontà - suonano anche come una piccola, importante, dichiarazi­one di indipenden­za.

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