Tassi, la Fed conferma la stretta graduale
La stretta Usa continuerà, come programmato. Nulla, nel comunicato ufficiale emesso ieri dalla Federal reserve, lascia pensare che le forti, e inaudite, pressioni - probabilmente elettorali - del presidente Donald Trump sulla banca centrale Usa (che sarebbe «impazzita») siano state ascoltate .
I governatori della Fed, unanimi, continuano a pensare che «ulteriori graduali aumenti» dei tassi ufficiali «saranno coerenti con l’espansione sostenuta dell’attività economica, con le forti condizioni del mercato del lavoro e con un’inflazione vicina all’obiettivo simmetrico del 2%». La diagnosi sullo stato dell’economia, del resto, conferma l’idea che gli Stati Uniti siano di fronte a una ripresa consistente: la crescita è robusta come la creazione di posti di lavoro, la disoccupazione - che nel comunicato di settembre sembrava aver preso una pausa - è ulteriormente in calo, e i consumi continuano a crescere rapidamente. Solo gli investimenti hanno rallentato, ma la frenata va interpretata alla luce «del loro rapido ritmo di crescita di inizio anno». Sono tutte informazioni coerenti con i dati pubblicati dal 26 settembre, data della precedente riunione di politica monetaria, ma che vanno lette soprattutto come espressione di una volontà politica.
La Fed ha deciso di ignorare quei segnali - come il forte aumento delle scorte e le recenti anomalie sulle esportazioni - che lasciano intravvedere un futuro rallentamento della ripresa. Fare altrimenti, del resto, sarebbe stato fuori luogo: in ogni caso - la frenata è ancora incerta - e a maggior ragione in attesa delle proiezioni macroeconomiche di dicembre (quando, verosimilmente, saranno nuovamente alzati i tassi, ieri confermati al 2-2,25%).
Il comunicato conferma dunque che la Fed non vuole fermare la stretta; e che non vede motivi per rallentare o frenare il rialzo dei tassi, come desidererebbe Trump per meglio finanziare il deficit creato dai tagli fiscali e, in prospettiva, dagli investimenti in infrastrutture. Difficile non notare, in ogni caso, che quelle parole - per caso o per volontà - suonano anche come una piccola, importante, dichiarazione di indipendenza.
—