Boccia: «Dubbi sulla crescita, accelerare sulle infrastrutture»
Il presidente di Confindustria: « Come è possibile fare sviluppo se chiudi i cantieri?»
L’Europa non deve essere l’alibi per non affrontare i problemi del paese. «Se il governo vuol lanciare una sfida all’Europa, facendo una forzatura sulla percentuale del rapporto deficit-pil, deve dimostrare con i risultati che la manovra può essere sostenibile». Vincenzo Boccia sarà lunedì in audizione in Parlamento sulla legge di bilancio. «In quell’occasione esprimeremo l’idea di Confindustria sulla manovra in modo articolato. Può essere condivisibile nel metodo, cioè sforare per avere più crescita. Ma crea dubbi nel merito», ha detto Boccia parlando da Bolzano, dove si è tenuto il Forum con gli industriali tedeschi.
La crescita, mettendo al centro la questione industriale, è l’obiettivo prioritario in Europa, hanno detto in sintonia gli impreditori dei due paesi. Ma è un impegno che va perseguito anche a livello nazionale. Invece, ha sottolineato Boccia, «la manovra è ancora debole sulla crescita», una valutazione che va oltre l’entità delle risorse. Il presidente di Confindustria ieri si è soffermato su alcuni punti: «ci può essere rilancio della crescita con il depotenziamento di Industria 4.0, con la riduzione del credito di imposta per ricerca e sviluppo», si è chiesto. Poi c’è il grande tema delle infrastrutture: «come si può fare crescita se chiudi i cantieri», ha detto il presidente di Confindustria citando la Tav Torino-Lione e il traforo del Brennero. «Sono già due pregiudiziali critiche», ha aggiunto. Le infrastrutture vanno anche oltre la valenza economica: «hanno alle spalle un’idea di società, aperta e inclusiva. Collegano l’Italia e l’Europa al mondo, sono determinanti per un processo di integrazione, che per essere economico deve essere prima politico. Non solo vanno realizzate all’interno dei nostri paesi, ma occorre accelerare e realizzare un piano di dotazione infrastrutturale transnazionale in chiave europea».
Gli investimenti pubblici, e quindi le infrastrutture, e gli investimenti privati sono per il presidente di Confindustria «i pilastri della crescita». Se il governo riuscisse a sforare il rapporto deficit-pil senza incrementare il deficit e riducendo il debito «l’Italia potrebbe essere il paese che dimostra, in chiave riformista, che in Europa questa scelta si può fare. In caso contrario, si fa un errore».
L’argomento delle regole europee sul rispetto dei tetti è stato affrontato anche durante i lavori del Forum: il direttore del Centro studi di Confindustria, Andrea Montanino, ha presentato alcuni dati da cui emerge che dall’inizio delle regole di Maastricht ad oggi il tetto del 3% è stato superato per 171 volte. «Occorre pensare - ha detto Montanino - a regole migliori, anche più stringenti. A fronte delle quali, però, istituire gli eurobond come strumenti per fi- nanziare la crescita» (vedi articolo a pagina 15).
Il presidente di Confindustria aveva già nei giorni scorsi citato alcune misure che potrebbero essere realizzate per rilanciare l’economia, complementari al contratto di governo: un maggiore finanziamento del Fondo di garanzia per le pmi, portandolo a 5 milioni; il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese, arrivati a 65 miliardi, con un piano di cartolarizzazione; la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività, per favorire lo scambio salari-produttività; un grande piano di inclusione giovani.