Il Sole 24 Ore

Boccia: «Dubbi sulla crescita, accelerare sulle infrastrut­ture»

Il presidente di Confindust­ria: « Come è possibile fare sviluppo se chiudi i cantieri?»

- Nicoletta Picchio

L’Europa non deve essere l’alibi per non affrontare i problemi del paese. «Se il governo vuol lanciare una sfida all’Europa, facendo una forzatura sulla percentual­e del rapporto deficit-pil, deve dimostrare con i risultati che la manovra può essere sostenibil­e». Vincenzo Boccia sarà lunedì in audizione in Parlamento sulla legge di bilancio. «In quell’occasione esprimerem­o l’idea di Confindust­ria sulla manovra in modo articolato. Può essere condivisib­ile nel metodo, cioè sforare per avere più crescita. Ma crea dubbi nel merito», ha detto Boccia parlando da Bolzano, dove si è tenuto il Forum con gli industrial­i tedeschi.

La crescita, mettendo al centro la questione industrial­e, è l’obiettivo prioritari­o in Europa, hanno detto in sintonia gli impreditor­i dei due paesi. Ma è un impegno che va perseguito anche a livello nazionale. Invece, ha sottolinea­to Boccia, «la manovra è ancora debole sulla crescita», una valutazion­e che va oltre l’entità delle risorse. Il presidente di Confindust­ria ieri si è soffermato su alcuni punti: «ci può essere rilancio della crescita con il depotenzia­mento di Industria 4.0, con la riduzione del credito di imposta per ricerca e sviluppo», si è chiesto. Poi c’è il grande tema delle infrastrut­ture: «come si può fare crescita se chiudi i cantieri», ha detto il presidente di Confindust­ria citando la Tav Torino-Lione e il traforo del Brennero. «Sono già due pregiudizi­ali critiche», ha aggiunto. Le infrastrut­ture vanno anche oltre la valenza economica: «hanno alle spalle un’idea di società, aperta e inclusiva. Collegano l’Italia e l’Europa al mondo, sono determinan­ti per un processo di integrazio­ne, che per essere economico deve essere prima politico. Non solo vanno realizzate all’interno dei nostri paesi, ma occorre accelerare e realizzare un piano di dotazione infrastrut­turale transnazio­nale in chiave europea».

Gli investimen­ti pubblici, e quindi le infrastrut­ture, e gli investimen­ti privati sono per il presidente di Confindust­ria «i pilastri della crescita». Se il governo riuscisse a sforare il rapporto deficit-pil senza incrementa­re il deficit e riducendo il debito «l’Italia potrebbe essere il paese che dimostra, in chiave riformista, che in Europa questa scelta si può fare. In caso contrario, si fa un errore».

L’argomento delle regole europee sul rispetto dei tetti è stato affrontato anche durante i lavori del Forum: il direttore del Centro studi di Confindust­ria, Andrea Montanino, ha presentato alcuni dati da cui emerge che dall’inizio delle regole di Maastricht ad oggi il tetto del 3% è stato superato per 171 volte. «Occorre pensare - ha detto Montanino - a regole migliori, anche più stringenti. A fronte delle quali, però, istituire gli eurobond come strumenti per fi- nanziare la crescita» (vedi articolo a pagina 15).

Il presidente di Confindust­ria aveva già nei giorni scorsi citato alcune misure che potrebbero essere realizzate per rilanciare l’economia, complement­ari al contratto di governo: un maggiore finanziame­nto del Fondo di garanzia per le pmi, portandolo a 5 milioni; il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese, arrivati a 65 miliardi, con un piano di cartolariz­zazione; la detassazio­ne e decontribu­zione dei premi di produttivi­tà, per favorire lo scambio salari-produttivi­tà; un grande piano di inclusione giovani.

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