In arrivo anche la pagella Fmi
Martedì l’incontro tra i superispettori e il ministro dell’Economia
Martedì 13 novembre è davvero una giornata chiave per il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Da un lato, infatti, la Commissione europea attende per quella data una relazione sui cosiddetti “fattori rilevanti” che possano giustificare la deviazione sul deficit. Dall’altro lato, il responsabile di Via XX settembre dovrà incontrare proprio martedì prossimo i superispettori del Fondo monetario internazionale, tornati a Roma il 6 novembre scorso per la fase conclusiva della missione ex articolo IV dello statuto dell’organismo diretto da Christine Lagarde, cioè il check up annuale sullo stato di salute del nostro paese.
Gli esperti guidati dal capomissione Rishi Goyal avevano già raccolto molti dati nel loro primo viaggio, avvenuto tra il 12 e il 16 luglio scorso. Ma, in considerazione dei tempi tecnici necessari al nuovo governo per definire meglio il suo intervento di politica economica, hanno deciso di scrivere nel mese di novembre le conclusioni di quella che tradizionalmente è la “lettera” da consegnare all’ Esecutivo, in modo da tener conto di tutte le implicazioni della legge di bilancio.
Della task force fanno parte, oltre a Goyal, anche il senior economist Mehdi Raissi e Daniel Garcia-Macia, economista del Dipartimento europeo Fmi; ad accompagnarli, in questa “seconda puntata” della loro missione, è il nuovo Direttore esecutivo Fmi per l'Italia, Domenico Fanizza, che dal primo novembre è subentrato nel ruolo ad Alessandro Leipold.
Va da sé che il gruppo di esperti vorrà sapere tutto della Nadef e dei suoi eventuali ritocchi, semmai di qui a martedì dovesse maturare qualche lieve modifica per tener conto delle esigenze negoziali con la Commissione Ue. Ma c’è da ritenere che vorranno esaminare più da vicino anche la strategia di bilancio di medio termine dell’Italia, a cominciare dall’impatto delle modifiche previdenziali. E vorranno analizzarne i rischi, compresi quelli, potenzialmente dirompenti, derivanti da una violazione sostanziale delle regole Ue, nonché capire come il governo valuti le prospettive della sostenibilità del debito.
L’outlook del Fmi, pubblicato in occasione del meeting annuale, è leggermente più pessimista di quello della Commissione europea per quanto riguarda le prospettive della crescita 2019 (1% contro l’1,2%). Va detto, però, che le previsioni del Fondo ipotizzavano una manovra di bilancio in grado di limitare l’indebitamento netto all’1,7%. Invece, come si sa, il governo ha deciso di fissare il target del deficit pubblico del 2019 al 2,4%. Dunque, le stime del Fondo per il nostro paese devono essere aggiornate e deve essere aggiornata anche la diagnosi sui conti pubblici.
Quale sia, peraltro, la natura dei timori degli esperti di Washington al termine di una fase che, portandost abilmente lo spread sul debito sovrano italiano a 300 punti, si avvia a causare un aggravio consistente per l’ onere del debito pubblico e peri risparmi delle famiglie, si è già capito con la pubblicazione del re portFmich eri guarda l’ euro zona: le ricadute sui mercati del caso-Italia finora son ostate contenute, mail contagio da tensioni future, èstatol’ avvertimento ,« potrebbe essere notevole ».