Volkswagen progetta l’elettrica da 20mila euro
La casa tedesca pronta a lanciare un’intera gamma con listino low cost In Italia aumentano i punti di ricarica con i progetti di EnelX ed Eva+
Il piano è quello di iniziare le vendite a partire dal 2020 con un modello che dovrebbe costare quanto una Golf diesel ben allestita, quindi intorno ai 20/25 mila Euro
Prosegue la corsa di Volkswagen verso l’auto elettrica. La marca principe del gruppo tedesco, che sull’elettrico ha messo sul piatto qualcosa come 34 miliardi, si sta avvinando al momento in qui introdurrà sul mercato i suoi modelli a batteria a ioni di litio di nuova generazione basati sulla piattaforma modulare battezzata Meb (Modularer Elektrobaukasten). E il piano è quello di iniziare le vendite a partire dal 2020 con un modello che dovrebbe costare quanto una Golf diesel ben allestita, quindi intorno ai 20/25 mila Euro. Ma il board del gruppo di Wolfsburg, che si riunirà settimana prossima, pare abbia intenzione di puntare a prezzi ancora più bassi: intorno ai 20 mila euro. E questo comporterebbe uno sforzo economico notevole. Anche perché nello scontro competitivo sull’auto elettrica ci sono in ballo molti posti di lavoro e l’obiettivo dei tedeschi è quello di proteggere i lavoratori in Germania (e nelle fabbriche del gruppo in Europa) convertendo tre fabbriche alla produzione di sole auto elettriche facendo tutto in casa (compreso l’assemblaggio delle macrocelle). La conversione dell’automotive da termica a elettrica comporta rischi occupazionali rilevanti. Costruire una macchina a batteria, infatti, è più semplice perché occorrono molti meno pezzi e la rete dei fornitori è più snella. E anche le ore di lavoro sono di meno, almeno per quanto riguarda il marriage, cioè l’unione tra carrozzerie e powertrain. Il gruppo tedesco dunque punta a conquistare un mercato strategico pur limitando le perdite occupazionali e va anche considerato un fatto: le auto elettriche devono essere abbordabili se si vuole assicurare una diffusione di un certo peso. Tutto il gruppo tedesco conta di vendere entro il 2025 un milione di auto elettriche, e qui entrano in ballo anche Audi, Porsche. Costruire auto elettriche di costo basso è un impegno considerevole sia finanziario sia tecnologico. Del resto da questo Vw punto di vista non ha problemi: nel 2012 ha inventato la piattaforma Mqb, Modularer Querbaukasten, con la quale costruisce decine di modelli per tutti i marchi con pezzi standard (una sorta di lego) e con fabbriche dalle linee simili.
Questa tecnologia modulare per la quale il gruppo Volkswagen ha investito oltre 60 miliardi di euro è stata adattata anche elettriche ed è nata, infatti, l’architettura Meb che darà vita alla futura gamma I.D. finora apparsa in vari prototipi. Le I.D. rappresenteranno la terza era di Volkswagen dopo il Maggiolino e la Golf. Il primo modello sarà una berlina a cinque porte, dalle dimensioni comparabili a quelle di una Golf. La marca punta a introdurre il modello entry level con una cadenza produttiva di 200mila veicoli all’anno. La gamma I.D. sarà in seguito completata da vetture più grandi, suv e crossover. Il gruppo, con il brand Audi ha, invece, già puntato alla fascia alta con il suv elettrico etron in via di commercializzazione. È un modello che per il sistema infrastrutturale italiano rappresenta una sfida interessante, visto che per le reti di ricarica Audi ha siglato un accordo con Enel X teso a sviluppare una rete da 14mila colonnini . Nella partita per le reti c’è anche Nissan e il progetto EVA+ co-finanziato dalla Commissione Europea, a cui Vw Group Italia , insieme ad altri costruttori, che prevede 180 punti di ricarica veloce in strade extraurbane italiane. Si stanno dunque facendo mosse tese allo sviluppo dell’elettromobilità che in Italia procede a piccoli passi (non ci sono incentivi rilevanti come quelli di altri paesi) ma qualcosa si muove anche su quel fronte: in questi giorni è stata avviata la commercializzazione della Vespa elettrica, interamente made in Italy compreso il motore.