Cmc non rimborsa la cedola del bond
«Cmc rende noto che non sarà pagata puntualmente alla scadenza del 15 novembre 2018 la rata di interessi in favore dei titolari del prestito obbligazionario emesso in data 16 novembre 2017». Il gruppo di costruzioni Cmc alla fine getta la spugna sui bond: ieri sera, a mercati ormai chiusi, ha annunciato in un comunicato che la cedola di uno dei suoi prestiti obbligazionari non sarà pagata alla naturale scadenza. Ancora non si tratta di un default vero e proprio: la cedola infatti dovrà essere pagata il 15 novembre (cioè giovedì prossimo per cui tra un po’ di giorni) e il prospetto prevede comunque un periodo di “grazia” entro il quale la società può effettuare il pagamento senza finire in default. Dunque c’è ancora margine di manovra. Ed è proprio su questo che punta il gruppo Cmc. Inizia quindi ora la corsa contro il tempo per trovare una soluzione che eviti proprio questa eventualità.
Ieri sera si è infatti riunito il Consiglio di amministrazione, che ha preso atto all’unanimità che, «per ragioni sopravvenute e imprevedibili, riconducibili in particolare a mancati incassi di commesse e di stati di avanzamento lavori», la società sta vivendo una situazione di tensione di cassa. Per questo ha nominato Mediobanca e lo Studio Trombone come advisor finanziari, mentre lo studio del professor Andrea Zoppini e l’avvocato Fabrizio Corsini sono stati scelti come advisor legali.
L’obiettivo - afferma il comunicato - è di «individuare, nel più breve tempo possibile, le misure necessarie al superamento in continuità aziendale della attuale situazione di difficoltà, per poi negoziare una complessiva manovra di riorganizzazione della propria esposizione finanziaria». La situazione resta dunque sul filo del rasoio.
È da tempo che molti hedge fund stanno speculando al ribasso sui bond di Cmc, con vendite allo scoperto, proprio scommettendo sulla sua crisi e in generale sulla crisi del settore che ha già colpito il gruppo Astaldi. Solitamente per vendere allo scoperto bisogna prima farsi prestare dei titoli da qualche banca d’affari, poi bisogna venderli sul mercato e infine ricomprarli a un prezzo più basso. Ma nel caso delle obbligazioni aziendali si può giocare (senza che costituisca reato come accade nel mondo azionario) anche senza prestito titoli: molti vendono obbligazioni che non hanno neppure in prestito, con l’idea di far crollare i prezzi per poi ricomprare i titoli quando hanno quotazioni depresse. Questa pratica speculativa, che ha preso di mira un po’ tutto il settore costruzioni, rischia di aver aggravato la situazione di Cmc.
Ieri il prezzo del bond per il quale la società ha annunciato l’impossibilità di pagare la cedola puntualmente è sceso a 30,8, con un rendimento - virtuale - del 42%. Ma era da tempo che girava intorno a 40. Ora la società è ai tempi supplementari per evitare il default: advisor e manager sono al lavoro.