«I dazi sul commercio estero? Una misura autolesionista»
Domenico Siniscalco, economista, ex ministro dell’Economia, Managing Director e Vice Chairman di Morgan Stanley nonché Country Director per l’Italia della stessa banca, è il nuovo presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti. Una carica che prima di lui ricopriva Sergio Marchionne: «Succedere a Sergio ha dichiarato in apertura di convegno e dopo un minuto di silenzio in memoria del Ceo di FCA - vuol dire che dovrò lavorare il doppio per ottenere gli stessi risultati».
Che impulso vorrà dare, attraverso la sua presidenza del Council For the United States and Italy, ai rapporti bilaterali?
Punteremo soprattutto sul coinvolgimento del settore privato, al rafforzamento del dialogo tra le business community dei due Paesi perché la crescita e la cooperazione economica non sono generate soltanto dai governi, ma da imprese che lavorano e mantengono uno scambio importante. L’altro aspetto decisivo del mio lavoro sarà quello di dare spazio ai giovani, di coltivare i talenti grazie ai nostri programmi. È soprattutto di loro che abbiamo bisogno in momenti difficili come questi. Infine, intendiamo ampliare le tematiche dei nostri incontri, che non saranno destinati esclusivamente agli Stati Uniti e all’Italia, ma comprenderanno altre aree come il Sudest asiatico, la Cina, il Mediterraneo.
A proposito di momenti difficili, crede che l’esito del voto di Midterm negli Usa potrà disinnescare il rischio di una guerra commerciale senza ritorno tra Cina e Stati Uniti e quale potrà essere in generale la linea economica dei prossimi due anni? Con un maggior controllo da parte del Congresso, credo che Trump difficilmente potrà allontanarsi da una certa ortodossia e sono quindi ottimista. Sul fronte del commercio internazionale spero invece che Cina e Stati Uniti riusciranno a raggiungere un compromesso, semplicemente perché è nell’interesse di entrambi. A questo proposito credo che ci possa essere qualche spiraglio in occasione del G20 di Buenos Aires a fine mese, quando ai margini del summit ci sarà un bilaterale tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping. Ritengo sbagliato colpevolizzare eccessivamente il commercio globale per la perdita dei posti di lavoro: ci sono alcuni aspetti dell’innovazione tecnologica, ad esempio, che avranno un impatto maggiore sull’occupazione. In definitiva credo che imporre dazi equivalga a spararsi sui piedi.