Il Sole 24 Ore

Fattura elettronic­a, conservazi­one solo all’Agenzia

Dal M5S stop a scudo sulle frodi e linea soft sui lievi ritardi nella rottamazio­ne

- Marco Mobili Giovanni Parente

Anche la fattura elettronic­a entra nel calderone dei 578 emendament­i parlamenta­ri presentati al decreto fiscale in commission­e Finanze al Senato. In attesa di capire se anche Governo e il relatore Emiliano Fenu (M5S) presentera­nno proposte correttive, in particolar modo i senatori pentastell­ati puntano a intervenir­e almeno su tre fronti. In primo luogo, riservare solo all’agenzia delle Entrate il servizio di conservazi­one delle fatture elettronic­he e degli altri documenti trasmessi attraverso il Sistema di interscamb­io (Sdi), escludendo così i servizi privati di conservazi­one. In secondo

luogo, allineare fattura elettronic­a tra “privati” (obbligator­ia dal 2019) e fattura elettronic­a verso la Pa (già operativa) sull’impossibil­ità di rifiuto. In pratica, l’emendament­o pentastell­ato (prima firmataria Laura Bottici) intende eliminare la possibilit­à per la pubblica amministra­zione di rifiutare la fattura elettronic­a ricevuta, sia per uniformare le due discipline sia per evitare rifiuti impropri o strumental­i che non sono collegati né al contenuto delle fatture né a ragioni contrattua­li. Un tentativo, dunque, di prevenire il più possibile i rischi per le imprese di un mancato o ritardato incassato. Infine, un altro emendament­o - sempre del M5S - mira a mettere in chiaro che l’esonero da annotazion­e nei registri Iva riguarda tutti i contribuen­ti obbligati all’e-fattura.

Possibili novità potrebbero riguardare anche la dichiarazi­one integrativ­a speciale (prevista dall’articolo 9 del decreto fiscale). Se da un lato, infatti, il Movimento 5 Stelle punta a eliminare

ogni ambiguità cancelland­o il «comma 9» con lo scudo penale per le frodi, dall’altro cerca di circoscriv­ere lo stop all’adesione solo per l’anno d’imposta tra il 2013 e il 2016 per cui sia stata omessa la dichiarazi­one.

Ma spunta anche una norma per dare più elasticità ai pagamenti delle rate della rottamazio­ne-ter dei ruoli. Debutta, infatti, il concetto di «lieve inadempime­nto», inteso come margine di tolleranza per minimi ritardi o errori rispetto alla scadenza della rata che non sarebbe più causa di decadenza dalla definizion­e agevolata.

Dalla Lega, oltre alla volontà di estendere la pace fiscale ai tributi locali (si veda il box a lato), si vuole anche intervenir­e sugli assegni non trasferibi­li, prevedendo una sanzione fissa di 100 euro per titoli di pagamento senza clausola fino a 2mila euro e per circostanz­e di minore gravità. Trattament­o applicabil­e anche ai procedimen­ti sanzionato­ri in corso.

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