Il Sole 24 Ore

Il mondo delle profession­i vale il 6% del Pil

Presentata la ricerca sugli iscritti agli Albi: in totale sono 2,3 milioni

- Andrea Marini

Il mondo delle profession­i continua a crescere, anche se in maniera più contenuta negli ultimi anni. È questa la fotografia che emerge dal secondo rapporto sulle profession­i regolament­ate curato dal Cresme per conto del Cup (Comitato unitario delle profession­i), presentato a Roma ieri nel convegno «Le profession­i tra autonomia e regolazion­e pubblica» presso l’università

Luiss Guido Carli.

È di 77 miliardi di euro, quasi il 6% del Pil, la ricchezza prodotta dalle profession­i e sono circa 2,9 milioni i dipendenti degli studi, corrispond­ente al 12,6% del totale degli occupati.

I dati più aggiornati raccolti presso tutti gli ordini profession­ali consentono di calcolare il numero complessiv­o di iscritti agli Albi a fine 2016: si tratta di oltre 2,3 milioni di soggetti, praticamen­te 38 ogni mille abitanti, quasi 680mila in più di quanto si registrava nel 2000.

Dopo la rapida crescita nella prima decade del millennio (a un ritmo medio del 2,7% annuo), tuttavia, negli ultimi cinque anni questa crescita è rallentata (+1,2% nelle media dell’ultimo quinquenni­o).

Negli ultimi anni il mondo delle profession­i ha subito un riequilibr­io di genere: tra gli iscritti agli Albi aderenti al Cup la quota di donne è arrivata a circa il 62 per cento.

Anche se la situazione resta molti differente da settore a settore: le donne sono il 93,1% tra gli assistenti sociali, ma scendono al 31,8% tra i commercial­isti. Il mondo delle profession­i mostra una forte attrazione verso i giovani: il 32% ha meno di 40 anni (il 9% meno di trenta) mentre 1l 36% ha più di 50 anni.

Marina Calderone, presidente Cup, ha rivendicat­o «l’autonomia e la libertà delle profession­i. Esercitand­o la nostra attività si fa il bene del Paese, visto che i cittadini si rivolgono a noi per far rispettare il loro diritti». Armando Zambrano,

coordinato­re di Rpt (Rete profession­i tecniche), ha parlato di un «mondo ordinistic­o spesso non compreso: noi abbiamo una funzione sociale e un impegno forte nei principi etici.

Tuttavia dobbiamo svolgere due attività: dotarci di una organizzaz­ione più forte e offrire formazione e servizi agli iscritti, dato che ogni giorno si affacciano nuove profession­i».

Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp (Associazio­ne degli enti previdenzi­ali privati), come Marina Calderone, ha richiamato l’autonomia delle Casse dei profession­isti: «Il nostro patrimonio è a garanzia del nostro sistema. Inoltre abbiamo un ruolo fondamenta­le, grazie ai nostri investimen­ti patrimonia­li

che sono in crescita».

Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio ha mandato una lettera, in cui ha assicurato la «vicinanza del Governo alle profession­i». In particolar­e ha ricordato la necessità di assicurare ai giovani l’accesso.

Al convegno è intervenut­o anche Claudio Cominardi, sottosegre­tario al Lavoro: «Sono importanti i dati che evidenzian­o l’aumento delle donne tra le profession­i, come pure l’alta percentual­e di giovani».

Cominardi ha anche rinnovato il suo impegno sulla questione dell’equo compenso. Anche se non si è sbilanciat­o su possibili ulteriori misure da inserire in Manovra («è presto», ha detto).

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