Il Sole 24 Ore

UNA SOSTA A TODO MODO

- Davide Paolini

Ci sono luoghi che hanno un fascino, un’aria di mondo tali da farti perdere la cognizione del tempo, soprattutt­o se puoi sederti, consultare un libro, fare colazione, mangiare un piatto casalingo e pure gustarti un vino selezionat­o.

Questo posto l’ho scoperto, a Firenze, in via de’ Fossi : porta un nome impegnativ­o Todo modo (da Ignazio di Loyola) che richiama subito allo splendido noir baroccopol­itico di Leonardo Sciascia. Ma in questo luogo non si respira l’aria dei misteri perché l’ambiente in legno è caldo, accoglient­e (comprende anche un teatro per forum, proiezioni, conferenze) così come il sorriso dei gestori; nella libreria inoltre si riescono a trovare libri, impossibil­i altrove (ho trovato Il cibo e la cucina, un must di H.Mc Gee).

Così tra gli scaffali di libri, tra clienti, intenti alla lettura o all’uso del computer, si può scorgere una lavagna con «quel che c’è», avviso dei piatti che ruotano, ogni giorno, tipici di una trattoria, piacevoli, ben cucinati in «fiorentino» da una cuoca giapponese: testaroli con pesto di cavolo, panigacci, baccalà mantecato, roastbeef, cheesecake, fondente al cioccolato. Non solo pranzo, si può fare colazione vecchia maniera ormai introvabil­e e quindi apprezzata: pane, burro e marmellata, caffè. Interessan­ti anche le proposte di vino, soprattutt­o dei piccoli produttori toscani e dei vini naturali che il sommelier tutto fare in sala, presenta con grande cultura. Vorrei 1, 10,100 Todo Modo!

Sine qua non

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