Carige, scatta piano anti-crisi Dalle banche 320 milioni
Il cda approva l’emissione del bond e l’aumento - Conti in rosso per 189 milioni Malacalza non sottoscrive il bond ma plaude al vertice L’asse Bankitalia-Governo
Il consiglio di amministrazione di Carige , oltra ad approvare i conti trimestrali (perdite per 189 milioni nei primi nove mesi dell’anno) ha dato il via libera al piano di rafforzamento finanziario con l’emissione di un bond subordinato (per 320 milioni di euro sottoscritto dagli altri istituti attraverso il Fondo interbancario di garanzia) e un aumento di capitale da 400 milioni. Per il presidente Pietro Modiano, è un’operazione complessa ma strutturata in modo tale da «mettere in sicurezza» Carige.
Un’operazione di rafforzamento di capitale complessa ma strutturata in modo tale che Carige, ha detto il presidente della banca, Pietro Modiano, viene «messa in sicurezza» sotto il profilo patrimoniale. Anche se manca l’adesione dell’azionista di riferimento, Malacalza Investimenti (27,5%), al bond che l’istituto di credito genovese emetterà entro la fine del mese.
Ieri il cda di Carige, oltre ad approvare la relazione trimestrale (che evidenza una perdita di 188,9 milioni nei primi nove mesi del 2018 e ha portato alla contabilizzazione di rettifiche per 219,2 milioni), ha dato il via libera al progetto di rafforzamento che è articolato in due fasi: l’emissione di un bond subordinato sottoscritto, per 320 milioni, dal Fondo interbancario di tutela dei depositi; e poi un aumento di capitale da 400 milioni. Il tutto in tempi brevi. Il 30 novembre l’assemblea del Fondo dovrebbe ratificare la decisione del consiglio di gestione dello Schema volontario del Fitd, che ieri ha deliberato l’ok al bond. Il 1° dicembre dovrebbe esserci la sottoscrizione. Mentre nei prossimi giorni il cda di Carige convocherà per il 21 dicembre l’assemblea straordinaria dei soci della banca, per deliberare l’aumento di capitale.
Con 400 milioni, ha detto l’ad, Fabio Innocenzi, «siamo abbondantemente superiori agli obblighi 2019 di Cet1 e in linea con quelli di Total capital ratio 2019; ed è quello che ci serve per essere conformi alle richieste del regolatore». L’operazione di ripatrimonializzazione consentirà, ha aggiunto Innocenzi parlando agli analisti finanziari, di sviluppare un piano industriale «in ottica di aggregazione dove saranno evidenziati i vantaggi delle sinergie a seconda dei target di aggregazione». Altro filone del piano, ha proseguito, è «dimostrare come una banca tornata in sicurezza possa avere anche una redditività soddisfacente», rendendo così «più interessanti» eventuali aggregazioni. L’operazione di m&a potrebbe avvenire, ha detto Innocenzi, anche entro il 2019.
Il progetto, secondo fonti finanziarie, è ritenuto soddisfacente anche da Bankitalia, perché è ritenuto «una soluzione definitiva» e un buon modo di collaborare col Governo. Non a caso il premier, Giuseppe Conte, rivelano fonti di Palazzo Chigi, ieri ha espresso «piena soddisfazione del Governo» per la decisione presa dal consiglio di gestione dello Schema volontario sul bond di Carige.
Come si è detto, al momento Malacalza Investimenti non partecipa all’operazione relativa al bond; e sulla stessa linea appare il socio Gabriele Volpi (9%). Il terzo azionista di peso della banca, Raffaele Mincione (5,4%), ha invece annunciato di «aver comunicato alla banca il proprio irrevocabile impegno (sul bond, ndr) per l’importo di 20 milioni». Ma condiziona questo impegno «alla individuazione e definizione di una adeguata remunerazione da concordarsi tra le parti».
Con Malacalza, ha chiarito Modiano, «i rapporti sono ottimi. Come sapete siamo partiti con l’idea di fare un subordinato da 200 milioni; poi c’è stata una sequenza di eventi che ha spostato sempre più in avanti l’onere che spettava a un azionista. E con l’incombere delle scadenze che mettevamo di fronte all’investitore, Malacalza ha detto: “per favore no, adesso no”».
Per ciò che attiene a Mincione, ha proseguito, «abbiamo avuto una manifestazione di un certo interesse per la sottoscrizione del bond, per quanto riguarda la sua parte, ma a certe condizioni che oggi (durante il cda, ndr) non siamo stati neanche in grado di esaminare». Mattia Malacalza, ad di Malacalza Investimenti ha commentato: «Siamo contenti dell’azione di risanamento portata in campo dal management e dal consiglio» di Carige, «ci auguriamo che la banca si concentri sul supporto al territorio». Innocenzi, da parte sua, ritiene «possibile che, da oggi all’emissione del bond, altri azionisti non retail vadano a sottoscrivere il subordinato».