Tra Italia e Qatar in crescita interscambio e partnership
Il 19 e 20 novembre lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani sarà a Roma. Energia, infrastrutture e investimenti al centro degli incontri con il Governo
Un alleato politico prezioso nel momento della crisi con i Paesi vicini del Golfo; un partner commerciale importante nel momento della diversificazione dell’economia da petrolio e gas. Così il Qatar vede l’Italia alla vigilia della visita dell’Emiro Tamim bin Hamad al-Thani, a Roma il 19 e 20 novembre. Nei colloqui i dossier energia, infrastrutture e investimenti (il Qatar nel 2022 ospiterà i Mondiali di calcio).
Un alleato politico prezioso nel momento della crisi con i Paesi vicini del Golfo; un partner commerciale importante, al quale guardare nel processo di diversificazione dell’economia da petrolio e gas. Così il Qatar vede l’Italia alla vigilia della visita di Stato dell’Emiro Tamim bin Hamad al-Thani, a Roma il 19 e 20 novembre.
Negli incontri della delegazione qatariota con il Governo e la business community italiani i dossier rilevanti saranno energia, infrastrutture e investimenti bilaterali(in Qatar nel 2022 si giocheranno i Mondiali di calcio).
All’appuntamento di Roma l’Emiro arriva pochi giorni dopo un rimpasto che ha portato il ministro degli Esteri e vice primo ministro Mohammed bin Abdulrahman alThani ad assumere anche la presidenza del fondo sovrano del Paese, la Qatar Investment Authority. I cambiamenti, questa l’opinione di alcuni osservatori, velocizzeranno le riforme pro mercato, rese ancor più necessarie dal boicottaggio nei confronti di Doha deciso a giugno 2017 da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto.
I primi effetti del blocco si sono già riflessi nei numeri, con un reindirizzamento delle relazioni commerciali. Nel 2018, da gennaio a luglio, è aumentato l’interscambio tra Italia e Qatar. Il nostro export ha segnato +11,9% sullo stesso periodo del 2017, a 582 milioni di euro, e anche l’import dal Qatar è cresciuto: +15,4% a 778 milioni. Il 2018 si avvia dunque a migliorare il risultato dell’anno scorso quando l’interscambio fu di 2,1 miliardi.
«La diversificazione dell’economia nella strategia dello Stato del Qatar è un pilastro fisso della Visione 2030 per ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas» osserva Abdulaziz bin Ahmed al-Malki, ambasciatore del Qatar a Roma. Per questo nonostante un 2017 non brillante nei Paesi del Golfo, la crescita in Qatar «è stata meno colpita perché il calo della produzione del petrolio e del gas è stato accompagnato da una crescita del Pil da altre fonti per circa il 4 per cento». Le esportazioni di Doha, aggiunge al-Malki, «sono salite del 18% e lo Stato ha continuato a fornire i finanziamenti necessari per i Mondiali di calcio 2022». Inoltre, «è aumentato del 14% il numero di fabbriche in Qatar così come è anche cresciuto il ruolo del settore privato nell’economia al fine di andare con passi decisi verso la realizzazione della sicurezza alimentare e dell’acqua». Con tali premesse, sottolinea il diplomatico, sono numerosi i settori che offrono opportunità di cooperazione: dallo sviluppo e lo sfruttamento delle risorse naturali, alla consulenza, i lavori artistici, l’informatica, l’agricoltura e l’industria alimentare. Ma anche la sanità, l’istruzione e il turismo.
Un settore che promette sviluppi è quello portuale. Nella missione di Assoporti in Qatar a luglio, spiega il direttore generale Francesco Mariani, «ci sono stati incontri per attuare il protocollo di intesa che prevede la collaborazione italiana nella informatizzazione dei porti, con i sistemi digitali implementati in Italia di Port community systems». E le autorità del Qatar hanno mostrato molto interesse, chidendo una lista dettagliata di investimenti infrastrutturali nelle aree portuali.
«L’economia del Qatar sta subendo un’importante trasformazione» dice Pasquale Salzano, ambasciatore italiano a Doha. «La visita dell’emiro a Roma suggella il rapporto strategico tra i due Paesi. Oltre ai dossier politici ci sono i rapporti economici: il Qatar, determinato a diversificare la produzione, considera l’Italia e la sua industria manifatturiera una best practice, in particolare con le piccole e medie imprese». Quest’anno «i dati di interscambio lasciano ben sperare» commenta Giosafat Riganò, direttore dell’Ice di Doha. In particolare «sono cresciuti i mezzi di trasporto e tutto il sistema casa - arredamento ed edilizia - che nel primo semestre ha segnato un aumento del 26% rispetto allo stesso periodo del 2017».
Al fine di incentivare gli investimenti, il Governo di Doha negli ultimi anni ha varato alcune riforme: la nuova legge di arbitrato commerciale internazionale, la legge per la tutela della concorrenza. Manca ancora un tassello importante: «Siamo ora in procinto di emanare la legge dell’investimento straniero - ricorda l’ambasciatore al-Malki - che permetterà la creazione di società interamente di proprietà di persone non qatariote per contribuire ad attrarre l’interesse degli investitori stranieri. Abbiamo ricalibrato molto la legge n. 13 del 2000 per regolare il capitale straniero nei progetti con quote straniere superiori al 49% e fino al 100% e attraverso queste modifiche sono stati esentati i capitali stranieri dalle imposte sul reddito per un periodo non superiore a dieci anni ed esentati dalla franchigia doganale i macchinari e le attrezzature necessari per il lavoro».