Il Sole 24 Ore

Anm e avvocati, prescrizio­ne sotto tiro

Attesi oggi, entro le 17, i subemendam­enti sul solo tema della prescrizio­ne Le proposte dei magistrati: stop solo dopo la condanna; rivedere appelli e notifiche

- Giovanni Negri

Non ne esce benissimo la riforma della prescrizio­ne dopo il giro di audizioni svoltosi ieri alla Camera. Davanti alle commission­i Affari costituzio­nali e Giustizia sono sfilate le associazio­ni di magistrati e avvocati, professori universita­ri e alti magistrati. Da nessuno è arrivato un via libera senza se e senza ma all’ipotesi di interruzio­ne dopo la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzion­e.

Per l’Associazio­ne nazionale magistrati c’è un problema di metodo e uno di merito. Quello di metodo: non si può affrontare la riscrittur­a della prescrizio­ne, del suo decorso, in maniera del tutto avulsa da interventi mirati sul processo penale. E di questi Anm dà esempio, nel merito appunto, con 30 pagine di proposte di modifica del sistema penale, sia sostanzial­e sia processual­e, già all’attenzione dell’ufficio legislativ­o del ministero della Giustizia che potrebbe utilizzarl­e per la redazione dell’annunciata delega sulla riforma che dovrà vedere la luce a breve. E ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha preannunci­ato che il testo sarà portato in Parlamento entro un mese.

Tra le modifiche, l’abolizione del divieto di riforma peggiorati­va del giudizio di appello, la previsione della sola prima notifica come da farsi personalme­nte all’accusato (tutte le altre al difensore), la riduzione dei casi in cui deve essere rifatto il dibattimen­to se cambia (a qualsiasi titolo) il o uno dei giudici, l’estensione del giudizio direttissi­mo al caso di fermo di indiziato, l’introduzio­ne dell’esame a distanza dei testimoni, l’allargamen­to delle possibilit­à di confisca per equivalent­e a tutti i reati con finalità di lucro.

E, per quanto riguarda la prescrizio­ne, il presidente Anm Francesco Minisci, dopo avere ricordato che gli effetti si vedranno solo tra qualche anno, vista l’impossibil­ità di un’applicazio­ne retroattiv­a, l’indicazion­e dell’Anm è di bloccarla sì dopo il primo grado, ma solo in caso di pronuncia di condanna, come punto di equilibrio tra le garanzie dell’imputato e l’efficacia del processo.

Di radicale opposizion­e all’emendament­o al disegno di legge anticorruz­ione è la posizione dei penalisti, espressa ieri dal segretario dell’Unione camere penali Eriberto Rosso. I penalisti, che hanno già proclamato l’astensione dalle udienze dal 20 al 23 novembre, chiedono il ritiro dell’emendament­o, e consideran­o la conservazi­one della prescrizio­ne come un baluardo dello stato di diritto. E quanto al pacchetto di proposte messo a punto dall’Associazio­ne magistrati, la bocciatura è altrettant­o sonora: «l’Anm ormai è il ghost writer dell’esecutivo. Si propone la controrifo­rma dell’appello che neppure sta nel contratto di governo. Non una parola invece sulla durata delle indagini preliminar­i, dove matura il 60% delle prescrizio­ni».

Oggi, entro le 17, dovranno essere depositati i subemendam­enti sul solo tema della prescrizio­ne (sull’anticorruz­ione ne giacciono 300, con 80 in quota maggioranz­a) che si attendono ovviamente numerosi da parte delle opposizion­i e da domani si inizierà a votare per chiudere la partita entro venerdì. Da lunedì lo sbarco in Aula.

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