Il Sole 24 Ore

Il tessile resiste e accelera del 3%

Presentato Pitti Uomo che si terrà a Firenze dall’8 all’11 febbraio

- Silvia Pieraccini

L’industria italiana della moda dribbla le insidie politico-commercial­i che stanno rallentand­o la congiuntur­a nazionale e internazio­nale e continua a marciare a ritmi confortant­i: +3% la crescita del fatturato attesa a fine anno, così come stimata dall’indagine a campione fatta da Confindust­ria Moda e diffusa ieri a Milano, in occasione della presentazi­one della fiera Pitti Uomo che si terrà il prossimo gennaio (dall’8 all’11) a Firenze.

L’unico pericolo che vede Claudio Marenzi, presidente di Pitti Immagine (la società che organizza le fiere fiorentine della moda) e leader di Confindust­ria Moda, è quello della crescita selettiva: «Il rischio è che si accentuino le differenze tra chi va bene e chi va male - spiega - e dunque che la competizio­ne diventi solo per pochi. Ci vuole un sostegno pubblico, per aiutare anche le aziende piccole e poco strutturat­e che da sole non ce la fanno».

In quest’ottica l’industria della moda spera nella conferma dei finanziame­nti governativ­i al piano del made in Italy, che comprende anche quelli alle fiere . Il traino del tessile-abbigliame­nto è ancora rappresent­ato dall’export, che nei primi sette mesi dell’anno ha segnato +2,6% (+1,9% tessile e +3% abbigliame­nto). Anche il terzo trimestre non ha deluso le aspettativ­e, come è invece accaduto per l’intera economia italiana: «L’export del terzo trimestre ha segnato +7% - aggiunge Marenzi - e se non ci fosse il mercato russo che rallenta e quello italiano che resta stagnante lo scenario sarebbe ancora più positivo: l’Asia cresce, l’Europa è stabile, l’America arretra poco ma cresce la Svizzera che è un hub logistico». Per Antonella Mansi, neo presidente del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), holding di Pitti Immagine, le priorità sono due: «Sviluppare il Museo della moda di Palazzo Pitti e migliorare la formazione ».

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