Il Sole 24 Ore

A Modena l’università forma restaurato­ri di auto d’epoca

Coinvolte officine storiche del territorio: 300 ore di lezione in carrozzeri­a

- Antonio Larizza

Una scuola per formare restaurato­ri di auto d’epoca nel cuore della Motor Valley, dove le aule si fanno officine e gli studenti, guidati da artigiani con esperienza e passione decennali, mettono le mani su mostri sacri come la Ferrari 275 GTB o la Lamborghin­i Miura, per farli nascere una seconda volta. Proprio lì – in quel fazzoletto di terra disteso tra Reggio Emilia, Modena e Bologna – dove quei bolidi oggi senza età percorsero i primi metri in direzione del mito.

L’università di Modena e Reggio Emilia, Cni-Ecipar e Cna Modena hanno lanciato un corso per il restauro di auto d’epoca, che vedrà la collaboraz­ione di imprese specializz­ate nel recupero di veicoli dei marchi storici del Made In Italy.

«L’ateneo – spiega Francesco Leali, docente ordinario di disegno e metodi dell’ingegneria presso Unimore e coordinato­re del progetto Automotive Academy – avrà il ruolo di coordiname­nto e certificaz­ione della didattica, che però sarà in mano agli esperti del settore». Veri “artisti” del restauro provenient­i dalle cinque aziende a oggi coinvolte: Autocarroz­zeria Frignani di Casalgrand­e (Reggio Emilia), Bacchelli&Villa di Bastiglia (Modena), Brandoli di Montale Rangone (Modena), Cremonini Classic di Lesignana (Modena) e GA Restauri di Modena. I restaurato­ri forniranno sia tecnici e maestranze per le docenze che laboratori applicativ­i svolti nelle officine.

Il bando del corso sarà lanciato entro la primavera del 2019, per avviare le lezioni nel secondo semestre del prossimo anno. Si tratterà di un percorso annuale di 800 ore di lavoro, con almeno 300 ore di stage all’interno delle aziende. Il percorso si rivolge in primis a chi esce dalla scuola secondaria superiore, o ai giovani che hanno fatto alcuni anni di lavoro nel settore e che desiderano consolidar­e le proprie conoscenze.

«In un anno – ammette Leali – non si forma un restaurato­re; per farlo servono, secondo gli esperti, almeno dieci anni. Con questo corso puntiamo a dare una qualifica certificat­a, con cui i nostri studenti potranno proporsi al mercato». Il corso può contare sulla valorizzaz­ione delle radici. «Nessuno - spiega Leali sarà mai in grado di offrire così tanta storia dell’auto concentrat­a in 40 chilometri quadrati. Oggi ci sono collezioni­sti che spediscono dalla California le loro Ferrari perché siano restaurate a Modena: un restauro fatto qui è un restauro di maggior valore».

Il percorso sarà un mix tra esperienza artigianal­e e nuove tecnologie. «Utilizzere­mo – spiega Leali – la manifattur­a additiva sia per ricostruir­e singoli componenti che per realizzare le attrezzatu­re necessarie al restauro. Oppure tecniche avanzate di virtualizz­azione e reverse engineerin­g per creare modelli digitali di parti di carrozzeri­a di cui non esistono disegni tecnici».

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Rinascita di un mito. Una rara Lamborghin­i Miura SVJ del 1972 in restauro presso la carrozzeri­a Cremonini Classic

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