Rallenta PopSondrio, il Creval torna all’utile
La banca guidata dall’ad Selvetti chiude i nove mesi con 11,4 milioni di profitti
Se Creval registra un ritorno all’utile, Popolare di Sondrio deve fare invece i conti con una frenata dei profitti. Destini apparentemente opposti per i due istituti di credito valtellinesi nei primi nove mesi del 2018, che però devono anche rapportarsi alla differente base di partenza dell’anno precedente. Gli 11,4 milioni di euro del risultato netto totalizzati da Creval vanno infatti a confrontarsi con le perdite pari a 402,6 milioni di 12 mesi prima, periodo di «pulizie» di bilancio, e testimonia l’impegnativa fase di rafforzamento alla quale è andata incontro la banca.
L’approvazione da parte della Banca d’Italia dei modelli Airb per il calcolo dei requisiti patrimoniali sul rischio di credito hanno avuto impatto positivo per 167 punti base sul capitale della banca, che ha così portato a fine settembre al 17,6% dal 15% di tre mesi prima il Cet1 ratio phased-in proforma (12,8% da 11,2% il Cet1 fully loaded). Lo stock di crediti deteriorati si è più che dimezzato da fine 2017 (-55%) e l’Npe ratio lordo è sceso all’11,3% (da 21,7%): anche per questo motivo l’ad Mauro Selvetti ha potuto dire che «il trimestre appena concluso rappresenta un’altra tappa fondamentale nel processo di rilancio di Creval».
Riguardo alla decisione del Fondo interbancario di tutela dei depositi, che ha deliberato un intervento fino a 320 milioni a sostegno di Carige, lo stesso Selvetti ha precisato nel corso della conference call sui risultati di bilancio che anche Creval, in quanto aderente al Fondo, verrà chiamata a svolgere una parte dell’intervento dello schema volontario per sottoscrivere il bond subordinato dell’istituto ligure e farà le sue valutazioni.
Quanto alla Popolare di Sondrio, i 78,4 milioni di euro di utile netto con sui si sono chiusi i primi nove mesi del 2018 (-30,2% su base annua ) scontano 25,9 milioni di oneri relativi alle contribuzioni al Fondo nazionale di risoluzione e al Fondo interbancario dei tutela dei depositi. Nello stesso periodo la raccolta diretta del gruppo si è attestata a 31,3 miliardi (-1% sul 31 dicembre 2017), mentre anche i crediti deteriorati netti si sono ridotti (-4,4% a a 1,948 miliardi) e costituiscono il 7,5% del totale dei finanziamenti rispetto al 7,93% di fine 2017, con una copertura del 53,82% rispetto al 51,79% del 31 dicembre 2017.
A livello di coefficienti patrimoniali, al 30 settembre scorso il Cet1 ratio phased-in risultava leggermente cresciuto all’11,71% dall’11,60%. In miglioramento anche gli indicatori di incidenza del credito deteriorato sul totale dei finanziamenti verso la clientela, con un Npl ratio lordo al 14,88% dal 15,08% di fine 2017.