Dalla Ue altri 45 milioni all’Italia per la Guardia costiera di Tripoli
Le risorse andranno a rafforzare le capacità di controlllo dei libici
L’Italia avrà da Bruxelles altri 45 milioni per il progetto di sostegno alla Guardia costiera della Libia. In attesa dei risultati della conferenza di Palermo, il ministero dell’Interno si muove sul doppio fronte interno/esterno dell’immigrazione. Il titolare del dicastero, Matteo Salvini, una decina di giorni fa ha visto il vicepresidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maitig. E gli ha potuto illustrare i risultati appena ottenuti a Bruxelles dai suoi tecnici della direzione centrale Polizia delle frontiere: il raddoppio, in sostanza, delle risorse ottenute dall’Italia per realizzare la Mrcc (Maritime Rescue Coordination Center), la centrale operativa per la Guardia costiera. Ai fondi finora già finanziati, 44,5 milioni, si aggiungeranno a breve altri 45 milioni da conferire nel Trust Fund, il fondo fiduciario europeo di emergenza per l’Africa.
La nuova quota sarà versata per 35 milioni dai Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) e per gli altri dieci dalla Commissione europea. L’obiettivo strategico è il rafforzamento della capacità operativa dei libici. Oltre la centrale operativa, le risorse in più serviranno ad attivare sistemi di comunicazione e controllo nella costa della Tripolitania; a fornire a Tripoli almeno altre quattro unità navali; a sviluppare un programma intensivo di manutenzione per le flotte della Guardia costiera e della Guardia di sicurezza costiera libiche. L’azione di sostegno dell’Italia alla Libia sugli sbarchi nel 2018 è ormai dimostrata dai numeri: dall’inizio dell’anno dalle coste libiche sono sbarcati in Italia 12.625 migranti con un calo rispetto al 2017 del 92,34%. Un flusso in pratica quasi azzerato. Anche perché in ottobre, a quanto risulta da fonti qualificate, la totalità dei soccorsi davanti alle coste libiche è stata fatta proprio dalle forze locali.
L’azione del ministero dell’Interno, tuttavia, intende migliorare i risultati su un fronte più complicato: i rimpatri e il contrasto agli irregolari in Italia. Anche con l’arrivo del decreto sicurezza e immigrazione - ha avuto l’ok dal Senato e tra una decina di giorni comincia l’iter alla Camera - il prefetto Gabrielli, direttore generale del dipartimento di Ps, ha inviato ai questori una circolare per rafforzare l’azione di controllo e aumentare, soprattutto, i rimpatri. L’anno scorso infatti su 31.624 provvedimenti di allontanamento solo il 20%, pari a 6.514 migranti, sono stati rimpatriati; ma quest’anno al 15 ottobre siamo già a quota 4.973 e la percentuale è salita al 25%. Il Viminale vuole aumentare sia il numero dei provvedimenti di espulsione, sia i voli di rientro nelle nazioni d’orgine. E sta potenziando i posti nei Cpr, centri di permanenza per i rimpatri. A breve riaprirà il centro di Roma. E il trattenimento massimo passerà, in base al decreto sicurezza, da 90 a 180 giorni.