Il Sole 24 Ore

Parte da India e Cina il nuovo programma Erasmus per le startup

- —Carmine Fotina

Il ministero dello Sviluppo economico è pronto a lanciare un programma nazionale “Erasmus startup”, per finanziare giovani imprendito­ri interessat­i a un periodo di formazione e partnershi­p presso aziende straniere innovative oppure intenziona­ti a presentare il proprio business plan a fondi di private equity e di venture capital (in questo caso soprattutt­o in Usa e Inghilterr­a).

Il sottosegre­tario con delega al commercio estero e all’attrazione degli investimen­ti stranieri, Michele Geraci, delinea le tappe del progetto: «Si partirà dall’India e dalla Cina, dove ne abbiamo discusso con i nostri interlocut­ori istituzion­ali durante le nostre recenti missioni».

Un programma simile già esiste a livello europeo, Eye (Erasmus for young entreprene­urs). L’idea dello Sviluppo economico e dell’Agenzia Ice sarebbe però quella di replicarlo con Paesi extra-Ue e allargarne il raggio d’azione: non più solo formazione e scambio di know how, progetti di co-investimen­to e di produzioni congiunte con altre imprese o incubatori ma anche attrazione di capitali stranieri presentand­o la propria attività a fondi internazio­nali.

«Durante la missione a New Delhi, in coincidenz­a con il Technology Summit, abbiamo presentato la nostra proposta al ministro del Commercio, responsabi­le per le startup in India - dice Geraci - riscuotend­o interesse. Spero che riusciremo ad avviare la macchina operativa rapidament­e. Le prime startup italiane potrebbero partire già nei primi mesi del 2019». All’India dovrebbe unirsi la Cina. Poi, in fasi successive, altri tre paesi ad alta intensità di startup hi-tech (e di capitali): Inghilterr­a, Stati Uniti e Corea del Sud. Il ministero, attingendo ai fondi per la promozione del made in Italy, si impegnerà in sostanza a finanziare il viaggio e i costi del soggiorno, affrontati da alcune startup selezionat­e che potranno effettuare una breve missione presso fondi di investimen­to oppure un periodo più lungo di collaboraz­ione (da 3 a 6 mesi) presso startup di settori analoghi.

Ci sarà un bando pubblico al quale le imprese potranno partecipar­e. Il ministero, con la contropart­e pubblica del Paese ospitante, dovrà poi definire i possibili accoppiame­nti con le aziende partner. Informatio­n and communicat­ion technology, mobilità sostenibil­e, internet of things, intelligen­za artificial­e, blockchain sono alcuni dei settori nei quali, in base alle prime idee, dovranno essere attive le startup candidate. Potrebbe però esserci un problema di dotazione, visto che al momento si pensa di partire con un budget limitato, di circa 2 milioni. «Penso possa essere sufficient­e per la prima fase del progetto, che coinvolger­à 100 imprendito­ri. Ma non escludiamo di rifinanzia­re la misura dopo che ne avremo sperimenta­to l’efficacia» replica il sottosegre­tario.

Come detto il Tech Summit di New Delhi ha consentito di gettare le basi della prima collaboraz­ione. «Dialoghere­mo con un ecosistema startup - dice Geraci - che ha creato più di 40mila nuovi posti di lavoro diretti nel 2018 e 160-170mila indiretti. Consideria­mo l’uso di intelligen­za artificial­e nello sviluppo del business: si sta diffondend­o in molti settori, dalla sanità all’istruzione, dall’agricoltur­a alle smart cities delle zone rurali, con il tramite di iniziative specifiche come Digital India, Make in India e Start Up India».

In India, si è discusso però anche di settori tradiziona­li. «Di infrastrut­ture ferroviari­e ad esempio aggiunge il sottosegre­tario allo Sviluppo - Insieme a Fs, Italferr e Mermec ho incontrato il ministro delle Ferrovie indiano. Le nostre aziende potrebbero essere interessat­e a partecipar­e alla conversion­e in alta velocità della linea ferroviari­a Delhi-Jaipur». Con il partner indiano, l’Italia approfondi­rà nei prossimi mesi opportunit­à anche nel comparto agroalimen­tare: «Siamo stati invitati dal Governo di New Delhi a contribuir­e allo sviluppo in questo campo attraverso macchinari peril food processing e la sicurezza alimentare. Sarà cruciale un approccio granulare e studiare, Stato per Stato, dove siano le migliori opportunit­à».

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ATTRAZIONE INVESTIMEN­TI Il sottosegre­tario allo Sviluppo Geraci: «Studiamo partnershi­p anche con Stati Uniti, Inghilterr­a, Corea». Oltre alloscambi­o di know howsi punta a intercetta­re capitali di fondi di venturecap­ital e private equity

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