Il Sole 24 Ore

Prescrizio­ni in calo per la prima volta dopo 4 anni

Nel 2017 azzerati 125.654 procedimen­ti, circa 10mila in meno anno su anno Presentate 70 proposte di modifica rispetto al testo presentato dai relatori

- Giovanni Negri

Sono diminuite complessiv­amente, anche se aumentate in appello. Ieri, davanti alle commission­i Giustizia e Affari costituzio­nali della Camera, il Governo ha fornito gli ultimi dati sulle prescrizio­ni, in flessione per la prima volta da 4 anni: nel 2017 i procedimen­ti azzerati da prescrizio­ne sono stati 125.564 (136.888 l’anno precedente). Nei primi 6 mesi 2018 sono andati in fumo per l’effetto- tempo 63.177 procedimen­ti.

Sono diminuite complessiv­amente. Ma aumentate in appello. Davanti alle commission­i Giustizia e Affari costituzio­nali della Camera il Governo ha fornito gli ultimissim­i dati sulle prescrizio­ni. Che permettono da subito alcune consideraz­ioni. In termini complessiv­i il numero è in diminuzion­e, per la prima volta da 4 anni: nel 2017 infatti i procedimen­ti azzerati da prescrizio­ne si attesta a quota 125.564, vicino alle 123.078 del 2013, mentre nel 2016 erano state 136.888. Circa 10.000 in meno anno su anno, dunque, e con una finestra sul 2018, dove, nei primi 6 mesi, sono andati in fumo per l’effetto tempo 63.177 procedimen­ti.

Ad aumentare sono però le prescrizio­ni che maturano in appello, quelle sulle quali maggiormen­te andrebbe a incidere la proposta di riforma targata 5 Stelle che congela i termini dopo la sentenza di primo grado, che sono passate dalle 25.748 del 2016 alle 28.125 del 2017 (15.845 nei primi 6 mesi di quest’anno). La fase delle indagini si conferma come quella più soggetta al rischio di estinzione del reato, ma il calo di quasi 10.000 prescrizio­ni riguarda proprio questa fase del procedimen­to penale.

Davanti alle opposizion­i, poi, che sollecitav­ano un ulteriore disaggrega­zione per distretto di Corte d’appello con l’obiettivo di verificare se, come testimonia­to dalla rilevazion­e precedente, la maggior parte delle prescrizio­ni è poi concentrat­a in pochi uffici giudiziari (nel 2016 Roma, Napoli, Torino e Venezia contabiliz­zavano la metà del totale delle prescrizio­ni in appello), la risposta del ministero della Giustizia è stata di non essere in possesso di questo approfondi­mento. «Imbarazzan­te» per il capogruppo Pd in commission­e Giustizia Alfredo Bazoli.

Chiusa la partita degli emendament­i (più tecnicamen­te dei subemendam­enti) sulla prescrizio­ne, con la presentazi­one di 70 proposte di modifica rispetto al testo presentato dai relatori al disegno di legge anticorruz­ione. Tra queste, quella in quota maggioranz­a che recepisce l’accordo politico di giovedì scorso, che differisce l’entrata in vigore della riforma della prescrizio­ne al 1° gennaio 2020. Non è stato formalizza­to, e forse neppure poteva, invece, l’altro elemento dell’intesa Lega-M5S e cioè la contestual­e entrata in vigore della riforma del processo penale per la quale il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha promesso entro un mese la presentazi­one della legge delega ed entro l’inizio della prossima settimana la convocazio­ne di avvocati e magistrati.

Le commission­i hanno approvato ieri uno dei cardini delle misure contro la corruzione, il daspo a vita, con una riduzione delle sanzioni però in caso di riconoscim­ento di un’attenuante speciale. Per una serie di reati come peculato, corruzione, concussion­e, la pena accessoria dell’incapacità di contrattar­e con la pubblica amministra­zione avrà una durata tra 5 e 7 anni per condanne fino a 2 anni di reclusione; il divieto di contrattar­e con la pubblica amministra­zione, ma anche il divieto di ricoprire pubblici uffici, diventa perpetuo per condanne superiori a 2 anni di reclusione. Queste due pene accessorie, tuttavia, scendono (da 1 a 5 anni) quando il soggetto condannato si è attivato per ridurre le conseguenz­e del reato e farne scoprire i colpevoli.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy