Il Sole 24 Ore

BancoBpm, tre cordate pronte a rilevare gli Npl e la piattaform­a di gestione

La scelta fra diversi perimetri di portafogli­o nella fascia 3,5 e 8-9 miliardi Le proposte hanno dovuto contemplar­e anche l’ipotesi con o senza garanzia statale

- Carlo Festa

Arrivano le offerte per il portafogli­o di crediti problemati­ci e la piattaform­a di gestione del BancoBpm, il progetto (denominato Ace) che ormai da alcuni mesi sta catalizzan­do le attenzioni di investitor­i e di addetti ai lavori.

Dopo un’attività preparator­ia durata alcuni mesi, sul tavolo sono dunque giunte le offerte vincolanti delle tre cordate che nell’ultimo mese e mezzo hanno effettuato la due diligence: quella del consorzio costituito da Texas Pacific Group, Christoffe­rson Robb & Company, Davidson Kempner e Prelios, quella della cordata formata da doBank, Fortress e dalla Illimitydi Corrado Passera ed, infine, quella di Credito Fondiario e del suo investitor­e di controllo, il fondo Elliott.

Ai compratori è stato richiesto dalla banca di scegliere tra tre diversi perimetri di non performing loan: quello più cospicuo da circa 8-9 miliardi di euro, un altro minimo da 3,5 miliardi, il tetto minimo richiesto per raggiunger­e i target comunicati alla Bce, e un altro di valore intermedio.

Le offerte saranno ora valutate dalla banca guidata dall’amministra­tore delegato Giuseppe Castagna, che dovrebbe prendersi un periodo di analisi di alcuni giorni, prima di decidere la cordata con la quale proseguire in trattative in esclusiva. Un consiglio di amministra­zione dell’istituto è previsto comunque verso fine mese e il dossier sarà sul tavolo.

Secondo le indiscrezi­oni, i diversi consorzi di compratori, al termine del periodo di due diligence, sarebbero stati invitati dalla banca a fare diverse offerte in base a scenari differenti.

Oltre che per i tre differenti perimetri, le proposte secondo i rumors hanno dovuto contemplar­e anche opzioni con le Gacs (cioè le garanzie dello Stato che sono però in scadenza, tranne ulteriore rinnovo, il prossimo 6 marzo) e senza Gacs. Ma anche ipotesi con (o senza) cessione della piattaform­a di gestione.

Le offerte dei 3 consorzi verranno, dunque, valutate sia sul lato quantitati­vo sia sul versante più strettamen­te qualitativ­o, in modo da definire il miglior perimetro e la migliore architettu­ra finanziari­a per l’istituto.

In ogni caso le valutazion­i dei pacchetti di non performing loan da parte dei compratori sarebbero state abbastanza prudenti, cioè poco meno del 20% del valore nominale del portafogli­o. Ad incidere è stata anche la situazione congiuntur­ale italiana e l’incertezza esistente per le tensioni sullo spread dovute al contraddit­torio in corso tra l’Unione europea e il Governo italiano. Bisogna anche dire che il costo della garanzia pubblica è aumentato nell’ultimo periodo con i rialzi e le oscillazio­ni dello spread.

Strettamen­te correlato alla cessione del portafogli­o di Npl e all’attività di pulizia del bilancio della banca, è anche il processo di valorizzaz­ione delle attività nel credito al consumo di BancoBpm.

Su questo fronte sono in corso valutazion­i sulla quota in Agos Ducato (il 39%, mentre il restante 61% è del Credit Agricole) e sulla partecipaz­ione in un’altra controllat­a nel credito al consumo, cioè ProFamily. L’incasso provenient­e da un riassetto del credito al consumo potrebbe, secondo le attese, portare risorse in vista della cessione del mega-pacchetto di sofferenze, in modo da coprire le possibili perdite della transazion­e sugli Npl.

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ANSA I vertici di Banco Bpm. Il presidente di BancoBpm Carlo Fratta Pasini e il ceo Giuseppe Castagna i

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