Allarme dell’Fmi: «Limitare i bond bancari subordinati»
Questi bond sono i primi a saltare in caso di crisi secondo le norme del bail-in
L’Fmi punta il dito sulle obbligazioni subordinate bancarie: «È necessario creare meccanismi - si legge nel comunicato di chiusura della missione in Italia - per limitare il fenomeno». Il rischio, secondo alcune interpretazioni, è che nuove emissioni finiscano ai risparmiatori.
«È necessario creare meccanismi per limitare il fenomeno delle obbligazioni subordinate in mano ai piccoli risparmiatori». Parole scritte piccole. In fondo al Comunicato conclusivo che il Fondo Monetario ha pubblicato sull’Italia due giorni fa. Ma chiare: l’Fmi punta il dito sulle obbligazioni subordinate delle banche tutt’ora in mano ai risparmiatori italiani. Perché - come dimostrato dai casi di Popolare Etruria, Banca Marche e così via - questi bond sono i primi a “saltare” in caso di crisi secondo la normativa del bail-in. Dunque se troppe famiglie li hanno in mano, il meccanismo del bail-in rischia di diventare problematico. E, soprattutto, diventa difficile per le banche creare un “cuscinetto” di titoli da mettere a disposizione proprio per un eventuale bail-in. Nonsolo. Il rischio che l’Fmi vuole scongiurare, secondo alcune interpretazioni, è che nuove emissioni messe in cantiere dalle banche per aumentare il patrimonio, finiscano ai risparmiatori.
Il problema viene da lontano. Negli anni più duri della crisi le banche italiane hanno fatto ampio ricorso ai risparmiatori per raccogliere quei fondi che non riuscivano più a reperire altrove. Nel 2011 e nel 2012, per esempio, hanno raccolto ben 311 mi- liardi di euro emettendo bond destinati alle famiglie, contro i 75 raccolti tra gli investitori istituzionali. Insomma, in Italia le banche non sono state salvate dallo Stato come accaduto in molti Paesi europei, ma - di fatto - dalle famiglie. Quando poi è arrivata la normativa del bail-in, e alcune banche sono effettivamente saltate, il problema è diventato evidente a tutti: i risparmiatori avevano in mano troppe obbligazioni, incluse quelle subordinate. Da allora i collocamenti sono diminuiti molto, e i bond subordinati sono sempre meno diffusi. Ma il problema, seppur ridimensionato, c’è ancora. E ora che le banche devono creare un cuscinetto di obbligazioni da destinare a un ipotetico bail-in (in gergo Mrel), il problema si ripropone. «Il settore creditizio si rafforzerebbe ulteriormente se riuscisse a emettere l’ammontare necessario di obbligazioni aggredibili in caso di bail-in», scrive il Fondo. Ma se troppi bond subordinati sono tutt’ora in mano alle famiglie, il “cuscinetto” da costruire diventa «meno efficace». Il tema di come comporre questo “cuscinetto” in realtà è tutt’ora oggetto di dibattito in Europa, con varie proposte di Commissione, Consiglio e Parlamento Ue. Ma non è facile risolvere il nodo dei risparmiatori in tempi brevi: le banche dovrebbero emettere molti bond subordinati destinati a istituzionali in modo da sostituire quelli in mano alle famiglie. Ma il compito non è facile in tempi brevi.
á@MoryaLongo