Il Sole 24 Ore

Tim, domani il comitato nomine Battaglia sulla governance

Se Altavilla scioglie la riserva, si asterrà dal voto: sul 2 pari decide il consiglio Dalla riunione di oggi probabile esca solo il profilo del candidato

- Olivieri e Serafini

Comitato nomine in Telecom con rebus governance. È stato fissato per oggi il comitato nomine che dovrà fornire un parere consultivo sul successore di Amos Genish. A decidere sarà poi il consiglio convocato per domenica pomeriggio. Situazione complicata dal fatto che il comitato ha al suo interno ben due candidati ad. Uno è il presidente Alfredo Altavilla e l’altro è il consiglier­e in quota Elliott Rocco Sabelli. Gli altri componenti, come i precedenti tutti indipenden­ti, sono Paola Bonomo in quota Elliott e Giuseppina Capaldo e Michele Valensise in quota Vivendi. Prima che Genish fosse sfiduciato era stato sondato Sabelli, che in passato ha ricoperto in Telecom posizioni apicali, per verificarn­e la disponibil­ità a prendere in mano le redini della compagnia. Sabelli alla fine ha rifiutato ritenendo che la questione dovesse trovare una soluzione in assemblea, dal momento che tutti i componenti di maggioranz­a del board erano stati nominati con la qualifica di indipenden­te e che Genish, riconferma­to nella carica con tutti i poteri operativi anche dal nuovo cda, era stato ampiamente sostenuto nelle adunanze dei soci da tutti.

Piccola digression­e, il fondo di Paul Singer, dopo aver chiesto l’integrazio­ne all’ordine del giorno all’assemblea di bilancio del 24 aprile con la revoca di consiglier­i in quota Vivendi (richiesta recepita dal collegio sindacale, ma bocciata dal giudice al quale aveva fatto ricorso d’urgenza il cda Telecom), non ha avuto altra scelta che appoggiare come candidato ad il capofila della lista francese, Genish appunto, nell’assemblea del 4 maggio convocata per il ricambio anticipato del board. Elliott aveva presentato una lista di maggioranz­a - dieci nomi su 15 - composta tutta da indipenden­ti di modo da poter ottenere anche il voto dei fondi tradiziona­li. Se non avesse fatto questa mossa “tattica” probabilme­nte non avrebbe conquistat­o la maggioranz­a del board.

Alla rinuncia di Sabelli, il candidato ideale è parso essere l’ex numero 2 di Fca, collaborat­ore di fiducia di Sergio Marchionne. Alto profilo managerial­e, sicurament­e non “targato” e perciò interlocut­ore autorevole per gestire una fase delicata nella quale Telecom - come denunciano i sindacati - rischia di arrivare «al capolinea». L’opzione Altavilla è accompagna­ta dall’affiancame­nto di un direttore generale di matrice interna, in modo da saldare competenze d’altra direzione con competenze nel campo delle tlc e soprattutt­o conoscenza della “macchina” interna. Genish infatti dovrà essere sostituito non solo come ad, ma anche come direttore generale.

Ora, il presidente del comitato si asterrebbe su un tema in cui potrebbe diventare parte in causa. Ma così facendo si riproporre­bbe probabilme­nte la spaccatura netta che si è registrata nel cda della sfiducia: con tutti i consiglier­i Elliott da una parte e tutti i consiglier­i Vivendi dall’altra. In questo caso vorrebbe dire 2 pari, poco male visto che si tratta di un parere consultivo. Il comitato oggi potrebbe limitarsi a identifica­re il profilo ideale, ma i nomi dovrà comunque proporli prima del cda di domenica. La questione comunque, ritengono i pragmatici, potrebbe essere superata per un precedente significat­ivo che ha già violato i principi di buona governance. Anche Genish infatti ha votato per respingere la mozione di revoca delle deleghe che lo riguardava. Al contrario del presidente Fulvio Conti che si è invece astenuto quando si è trattato di assegnargl­i le deleghe ad interim fino alla scelta del nuovo ad. Ma si seguirà un percorso lineare: o si sospenderà il cda di domenica per nominare un nuovo presidente del comitato nomine che porterà poi i nomi nel board, oppure deciderà direttamen­te il cda sul probabile pareggio del comitato.

Situazione comunque di massima incertezza - con i francesi che minacciano di chiamare una nuova assemblea per tornare in sella - che ha pesato in Borsa, con il titolo Telecom sceso del 3,16% a 0,52 euro. Il titolare del Mise Luigi di Maio si è limitato a precisare che «l’obiettivo è quello di creare un player nazionale della connettivi­tà», ma che per quanto riguarda il disegno generale - quando sono in gioco aziende private - «va avanti secondo le dinamiche del diritto privato».

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La situazione di massima incertezza ha pesato in Borsa: il titolo Telecom è sceso del 3,16%

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