Il Sole 24 Ore

Così le nuove pensioni L’Inps invia un milione di simulazion­i

Entro fine anno saranno spedite ai lavoratori le buste arancione aggiornate

- —D.Col.

L’Inps si prepara al debutto di “quota 100” con un adeguament­o del servizio “La mia pensione sicura”, vale a dire il simulatore attivato nel marzo del 2016 per consentire a tutti i lavoratori attivi iscritti un calcolo del valore dell’assegno previdenzi­ale e della data di decorrenza. Lo ha spiegato due giorni fa il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel corso di un incontro stampa convocato per illustrare il progetto di sistemazio­ne dell’estratto contro contributi­vo dei dipendenti pubblici.

Fino ad oggi oltre cinque milioni di lavoratori, circa uno su quattro del settore privato ha fatto la simulazion­e sulla propria pensione futura attraverso il servizio dell’Inps, mentre nel corso del 2018 gli utenti unici che hanno effettuato almeno una simulazion­e sono stati un milione. Ed entro i prossimi due anni potranno accedere al servizio anche i dipendenti pubblici, i quali a oltre sei anni dalla fusione di Inpdap in Inps ancora scontano un ritardo nella sistemazio­ne informatic­a degli estratti conto contributi­vi.

Gli iscritti alle gestioni pubbliche sono 3,3 milioni ed entro l’anno dovrebbe essere chiusa una prima fase di questa operazione di adeguament­o degli estratti conto con gli oltre 590mila iscritti alla Cassa pensioni dipendenti degli enti locali, i 50mila della Cassa pensioni dipendenti sanitari, gli oltre 9mila della Cassa pensioni insegnanti.

Il debutto del simulatore Inps aveva accompagna­to le nuove misure di flessibili­tà varate nella scorsa legislatur­a e un buon rodaggio è stato fatto. Ora si tratta di capire come reggerà l’impatto (se impatto ci sarà) di “quota 100”. Intanto per raggiunger­e lavoratori che non si sono mai dotati del Pin unico per accedere ai servizi online dell’Inps, entro fine anno saranno inviate un milione di nuove buste arancioni con l’estratto conto contributi­vo e le istruzioni per attivare il canale telematico.

Il simulatore Inps, una volta aggiornato alla luce delle norme definitive che regolerann­o “quota 100”, darà a ogni singolo candidato quotista una risposta precisa, basata sui suoi dati contributi­vi personali, la risposta alla domanda che tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane: quanto si perde in termini di assegno finale con qualche anno di anticipo rispetto al pensioname­nto di vecchiaia.

L’ultima stima proposta sul tema è al momento quella dell’Ufficio parlamenta­re di Bilancio, basata su un campione statistico e quindi da prendere come tale: indica valori medi, per forza di cose approssima­tivi. Scegliere “quota 100” può costare in termini di minore pensione (si veda il Sole24Ore.com dei giorni scorsi), dal 5,6% in caso ci si ritiri un anno prima

rispetto ai requisiti a legislazio­ne invariata fino al 34,7% in caso di uscita nel 2019 di chi avrebbe maturato la pensione (con la Fornero) nel 2025. La pensione più leggera è però intascata per qualche anno in più rispetto agli altri pensionati che hanno deciso di restare fino alla maturazion­e del requisito di vecchiaia. E anche questi anni in più contano naturalmen­te. Il che significa, attualizza­ndo i valori degli assegni “quota 100” rispetto a quelli targati Fornero, una perdita minima effettiva nel lungo termine dello 0,22% per chi va via l’anno prossimo anziché aspettare il 2020 (si veda il grafico in pagina), e una perdita massima dell’8,65% per chi nel 2019 scegliesse una pensione da quotista anticipand­o di 6 anni la pensione standard che avrebbe invece maturato nel 2025.

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Il peso dell’assegno Il sottosegre­tario al Lavoro Durigon assicura: chi andrà in pensione con quota 100 non subirà alcuna perdita. Consideran­do l’intero periodo di pensioname­nto avrà un beneficio

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