Il Sole 24 Ore

Barnier: «Un passo importante verso un’uscita ordinata»

Per il capo negoziator­e Ue il periodo di transizion­e potrà essere prolungato

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano BRUXELLES

È un percorso tortuoso e incerto quello iniziato ieri con l’accordo preliminar­e che Bruxelles e Londra hanno trovato questa settimana sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Da qui al 29 marzo, l’intesa deve essere approvata dai Ventisette, dal Parlamento europeo e dalla Camera dei Comuni. In una conferenza stampa ieri sera a Bruxelles, visibilmen­te soddisfatt­o dopo 17 mesi di negoziato, il capo-negoziator­e comunitari­o Michel Barnier ha reso pubblica l’intesa preliminar­e (185 articoli, tre protocolli, 585 pagine). «Tra le altre cose siamo riusciti a trovare un compromess­o sui diritti dei cittadini arrivati nel Regno Unito o nell’Unione prima di Brexit». I tre protocolli riguardano il territorio britannico di Gibilterra, le basi militari di Cipro, e la questione della frontiera irlandese.

Mentre il governo britannico si riuniva a Londra, i rappresent­anti permanenti dei Ventisette si sono incontrati a Bruxelles. Molti Paesi membri si sono detti preoccupat­i dall’iter dei prossimi giorni, notando il poco tempo a disposizio­ne per studiare l’intesa. La Francia ha chiesto di poter apportare modifiche, la Spagna ha chiesto garanzie sul futuro del rapporto con Gibilterra.

L’intesa preliminar­e prevede una soluzione interinale, da applicare dopo il previsto periodo di transizion­e dal 29 marzo 2019 al 31 dicembre 2020. Quest’ultima stabilisce che per evitare il ritorno di una frontiera tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord il Regno Unito debba fare parte di una unione doganale con la stessa Irlanda. Per evitare una concorrenz­a sleale da parte inglese, l’accordo prevede che la Gran Bretagna applichi le regole europee nel campo degli aiuti di stato, degli standard ambientali e del diritto del lavoro.

La soluzione irlandese dovrebbe essere utilizzata finché le parti non si saranno accordate su una intesa commercial­e che dovrebbe gestire il rapporto tra il Regno Unito e l’Unione europea. Il negoziato su questo fronte dovrebbe iniziare formalment­e all’indomani di Brexit. La partita però è tutt’altro che terminata: «Rimane ancora molto lavoro e il cammino è ancora lungo», ha detto Michel Barnier.

Dopo il benestare del governo britannico, i Ventisette si dovrebbero riunire a livello ministeria­le nei prossimi giorni, possibilme­nte il 21 novembre per poi organizzar­e un vertice dei leader che potrebbe tenersi il 25. Per alcuni Paesi dell’Unione l’impatto di Brexit è limitato, vuoi per i legami commercial­i ridotti o per le grandi distanze geografich­e. Per altri Paesi, invece, l’uscita del Regno Unito è fonte di preoccupaz­ione.

La Francia è tra questi. Ieri la ministra per gli affari europei Nathalie Loiseau ha detto che «intende analizzare da molto vicino il progetto di accordo». Parlando alla stazione radio France Info, ha precisato: «Vogliamo un buon testo che rispetti scrupolosa­mente gli interessi europei».

Dal canto suo il Fondo monetario internazio­nale ha ribadito che la mancata approvazio­ne dell’accordo provochere­bbe un calo del prodotto interno lordo britannico del 6%: «Il rischio più significat­ivo è che il Regno Unito lasci l’Unione senza un accordo, cosa che avrebbe un ampio impatto negativo sulla crescita, soprattutt­o se avvenisse in modo disordinat­o».

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