Decreto Genova, il soccorso di Fi neutralizza i dissidenti M5S
Reintrodotto il condono per Ischia. Grillini ribelli in aumento. Oggi il sì finale Boccia (Confindustria): «Occorre accelerare, Genova è lo specchio del Paese»
Il decreto Genova prosegue spedito verso l’approvazione definitiva al Senato che arriverà questa mattina. Anche gli ultimi ostacoli sono stati superati. Tutti gli emendamenti delle opposizioni sono stati bocciati dall’Assemblea di Palazzo Madama. Compreso quello di Fi che cancellava la maxi sanatoria edilizia per Ischia approvato la sera prima in commissione grazie al voto decisivo del senatore dissidente del M5s Gregorio De Falco e all’astensione della sua collega di partito Paola Nugnes. Con 200 no, 75 sì e un astenuto la possibilità per gli ischitani di avvalersi anche del condono del governo Craxi del 1985 è così ricomparsa nel decreto. A garantire il successo della maggioranza paradossalmente è stato proprio il partito di Silvio Berlusconi, che si è unito alla scelta dei gialloverdi di cassare l’emendamento della forzista Urania Papatheu votato in commissione martedì sera. Una scelta provocata dalla levata di scudi dei parlamentari campani di Fi guidati da Domenico De Siano, che avevano minacciato di «autosospendersi» dai gruppi azzurri. Per evitare la rottura alla fine la capogruppo Anna Maria Bernini ha dato ai suoi senatori libertà di voto. Una posizione contestata ovviamente dal Pd che di fatto si è ritrovato da solo assieme alla sinistra a votare a favore dell’emendamento forzista.
Ma la riconversione di Fi ha avuto anche l’effetto di sterilizzare il dissenso interno al M5s non solo sul condono ma anche sulla norma che consente la riutilizzazione dei fanghi in agricoltura, su cui una parte dei Cinque stelle era contraria. Che la situazione volgesse al bello lo si è capito fin dall’avvio delle votazioni ieri mattina. I leghisti, in particolare, non mostravano alcun timore sull’esito delle votazioni complice ovviamente la retromarcia di Fi. Determinata non solo dalla rivolta interna ma anche perché gli azzurri non volevano certo ritrovarsi additati di aver contribuito a ritardare i tempi (se fosse passato anche un solo emendamento sarebbe dovuto tornare alla Camera) del decreto che affida al sindaco di Genova Marco Bucci i poteri di commissario straordinario per procedere alla demolizione e poi alla ricostruzione del Ponte Morandi. Sono infatti passati ormai tre mesi dalla tragedia. «Occorre accelerare» perché «Genova è lo specchio del Paese e pone una questione temporale: in quanto tempo facciamo le cose che diciamo» e in L’Aula del Senato ha reintrodottoil condono edilizio a Ischia, respingendo l’emendamento all’articolo 25, presentato ieri da Forza Italia e approvato in commissione al Senato battendo così la maggioranza.
Con la bocciatura, votata durante l’esame del decreto Genova e altre emergenze in corso a Palazzo Madama, si torna di fatto al testo iniziale dell’articolo, per cui restano il riferimento e l’applicazione della legge sul condono dell’85 (la n.47) per le istanze pendenti su immobili danneggiati dal sisma di un anno fa questo senso il «Ponte Morandi diventa il simbolo di un’Italia che deve reagire quanto prima», ha ammonito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine di un evento nel capoluogo ligure.
Assai diverso il clima tra i Cinque stelle. A non partecipare al voto all’emendamento su Ischia sono stati ben sette. Oltre a Paola Nugnes, che si era già astenuta in commissione, e al «no» di Gregorio De Falco, non hanno votato anche Bogo Deledda, Ciampolillo, Giarrusso, Turco, Vaccaro e Elena Fattori che ieri mattina aveva scritto un post a sostegno di chi la sera prima si era opposto con «coraggio» al condono. Qualche mal di pancia per la verità si è visto anche in casa Lega visto che 5 senatori hanno disertato il voto sull’emendamento incriminato così come una quindicina di Fi. Ma è tra i Cinque stelle che il dissenso si fa sentire. «Se qualcuno nel Movimento non si trova più bene, fa un passo indietro va a casa e dà il posto a qualcun altro. Mi sembra che la coerenza voglia questo, poi decideranno i senatori coinvolti. Vedremo nelle prossime ore, e nei prossimi giorni», l’avvertimento reiterato da Riccardo Fraccaro, componente del collegio dei Probiviri M5s. Nel mirino ci sono anzitutto Nugnes e soprattutto De Falco, l’unico ieri a votare palesemente contro il condono. Ma in difesa dei dissidenti scende in campo un fedelissimo del presidente della Camera Roberto Fico, il deputato Luigi Gallo: «Ho visto un film di fantascienza.Nel 2030 Forza Italia ferma i condoni pendenti ad Ischia che vengono valutati utilizzando le norme del 1985, il M5S difende e i parlamentari del M5S che si oppongono vengono puniti».Per spegnere i riflettori sui dissidenti, si lavora nel frattempo al restitution day. Con Luigi Di Maio che ha già fatto sapere di aspettarsi che una parte degli emolumenti dei parlamentari grillini siano destinati alle 11 Regioni colpite dal maltempo.
Cosa prevede la norma
M5S, CRESCONO I DISSIDENTI
Nugnes e De Falco
Si profilano sanzioni da parte dei vertici M5S nei confronti dei senatori dissidenti, che con il loro sì all’emendamento sul dl Genova sono risultati decisivi per far andare sotto il governo. Anche se i numeri risicati della maggioranza Domenico De Siano, Vincenzo Carbone, Antonio Pentangelo, Paolo Russo, Carlo Sarro e Luigi Cesaro sono i parlamentari campani di Forza Italia che martedì, dopo che il partito ha presentato un emendamento al Senato sconsigliano la strada dell’espulsione
Le altre voci critiche
Ma non ci sono solo Nugnes e De Falco. Altri dissensi si sono aggiunti ieri. In Aula al Senato hanno deciso di non partecipare al voto che ripristinava il testo uscito dalla Camera sul condono per Ischia 7 senatori dell’M5S: oltre a
Paola Nugnes, non hanno votato anche Bogo Deledda, Ciampolillo, Fattori, Giarrusso, Turco e Vaccaro
Il Dl sicurezza era passato in Aula al Senato senza il sostegno di cinque senatori M5S: Elena Fattori, Matteo Mantero, Virginia La Mura, e ancora Paola Nugnes e Gregorio De Falco
FI, I CAMPANI «AUTOSOSPESI»
I sei parlamentari campani
La fronda rientra
ROMA
contro il condono di Ischia (su cui poi il governo è stato battuto) hanno annunciato di autosospendersi dal gruppo
Libertà di voto
Ieri la capogruppo in Senato di Forza Italia Anna Maria Bernini ha dato libertà di voto ai senatori Fi sull’emendamento che doveva ripristinare il condono, anche con l’obiettivo di “recuperare” i dissidenti
A quel punto, i parlamentari che si erano autosospesi hanno revocato la loro scelta: «Visto che il nostro partito non è una caserma e che il presidente Bernini ha lasciato libertà di voto, ritiriamo l’autosospensione»