Fondazione o Spa, per Milano-Cortina incognita su chi comanda
MILANO
Nel dossier Olimpiadi invernali 2026 si apre il nodo della governance, che dovrà essere risolto entro l’11 gennaio, quando il progetto di candidatura di Milano e Cortina dovrà essere completato e inviato al Comitato olimpico internazionale (Cio). Non ci sono solo le nuove infrastrutture da realizzare e i fondi da trovare: la squadra tecnica e politica che sta lavorando dovrà presto mettere mano anche alla forma societaria e alle modalità di gestione del denaro. Si parla di circa 800 milioni messi a disposizione dal Cio, più 3-400 milioni derivanti da sponsorizzazioni private e altri 370 milioni di fondi pubblici, per ora ipoteticamente versati da enti locali e Regioni (soprattutto queste ultime, considerando i problemi contabili dei Comuni italiani).
Questo mix di risorse pone delle domande: meglio gestire dentro un unico contenitore i fondi pubblici e privati o meglio separarli? Il primo modello, già usato per l’Expo, darebbe maggiore rapidità nelle decisioni ma sottopone il denaro privato agli stessi vincoli di quello pubblico, in termini di gare e tempistiche. All’opposto se venissero separate le risorse pubbliche e private: corsia facilitata per i fondi privati ma più lentezza nella fase decisionale.
Potrebbe nascere una società per azioni o una fondazione, o entrambe. E dovrebbe anche esserci un commissario nazionale che vigila su tutto. Per quanto riguarda il giro d’affari, uno studio preliminare di Palazzo Marino parlava di circa 2 miliardi nel periodo 2019-2026. Ora che la candidatura è in tandem con Cortina, la stima potrebbe essere rivista a rialzo, fino a 5 miliardi tra evento e indotto. In soli 15 giorni a Milano e a Cortina si riverserebbero 25mila persone tra atleti, sponsor, stampa e vari staff (esclusi gli spettatori). Il sindaco andrà il 27 novembre a Tokyo per illustrare una sorta di “pre dossier” .
Per quanto riguarda i capitoli sportivi del dossier italiano, è stata ipotizzata la seguente organizzazione. A Milano si terrebbero 3 discipline: il pattinaggio di figura e lo short track, entrambi nella struttura del Mediolanum; l’hockey maschile e femminile, nel nuovo palazzetto da costruire nel quartiere Santa Giulia. Il Mediolanum forum potrebbe ospitare 12mila persone mentre il nuovo palazzetto 15mila.
A Cortina si terrebbe il curling nell’ex stadio olimpico, già realizzato per i Mondiali passati; lo sci alpino, di cui ci saranno i Mondiali nel 2021; forse le gare di bob e slittino, con l’incognita se riaprire o meno la pista dismessa nel 2010. La specialità del salto con gli sci dovrebbe svolgersi in Val di Fiemme, così come lo sci di fondo, mentre gli sport più “giovanili”, lo snowboard e il freestyle, sarebbero previsti a Livigno. Per quanto riguarda le infrastrutture, bisognerà intervenire su alcune strade statali della Valtellina e potenziare la viabilità di Milano (come la possibilità di usare le corsie preferenziali della circonvallazione per atleti e staff). Verrà valorizzato il fatto che Milano ha già da sola una capacità ricettiva da 30mila posti lett0.