Norma anti Netflix per i film al cinema
È stata subito battezzata come norma anti-Netflix. E in fondo, pur non essendo direttamente penalizzante per le piattaforme di videostreaming, il decreto annunciato dal ministro del Beni Culturali Alberto Bonisoli entra in una questione sollevata proprio dal fenomeno Netflix in primis, vale a dire la trasmissione in contemporanea delle pellicole al cinema e sulle piattaforme.
Il decreto, che è uno degli attuativi della legge sul cinema e l’audiovisivo, in realtà non vieta questa possibilità, ma interviene sulla possibilità per le opere cinematografiche di accedere ai contributi della legge 220 del 2016 (circa 120 milioni annui). All’articolo 2 si spiegano dunque i parametri necessari. E la grande novità è l’intervetno sulle finestre, con la previsione che quei film debbano stare lontani da altre forme di sfruttamento per 105 giorni. Giorni che possono scendere a 10 se quel film rimane in sala solo per 3 giorni, o 60 se l’opera è programmata in meno di 80 schermi e dopo i primi 21 giorni fa meno di 50mila spettatori. Per il sottosegretario Lucia Borgonzoni sono regole che vanno incontro «alle esigenze dei film italiani che non riescono a rimanere in sala per un tempo sufficiente o che non incontrano un riscontro di pubblico sufficiente». Per il presidente Anica, Francesco Rutelli, si tratta di un «buon accordo tra tutte le componenti della filiera».