Il Sole 24 Ore

Lusso, la manifattur­a vale 9 miliardi Il mercato è in salute e cresce dell’8%

La ricerca Pambianco stima al 33% la quota dei gruppi stranieri con filiera in Italia Deutsche Bank: le pmi devono condivider­e i costi per stimolare gli acquisti

- Marta Casadei

È l’Italia il paese leader nella produzione di moda di alta gamma. Con un valore della manifattur­a di lusso che nel 2017 ha superato di poco i 9 miliardi di euro e che, per quasi il 70% (circa sei miliardi, contro i cinque del 2012), è destinato alle aziende italiane mentre per un terzo (3 miliardi circa) ai big player stranieri. Le stime sono state realizzate da Pambianco Strategie di Impresa e presentate ieri in occasione del 23° Fashion & Luxury Summit, organizzat­o a Piazza Affari in collaboraz­ione con Deutsche Bank. Che a sua volta ha certificat­o lo stato di buona salute del mercato del lusso: a fine anno le vendite dovrebbero registrare un +8 per cento.

La ricerca di Pambianco, condotta su un campione di 110 aziende italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro, che nel 2017 hanno registrato un fatturato complessiv­o di 42 miliardi, ha evidenziat­o come il lusso non possa più fare a meno del made in Italy: «Ottantacin­que imprese su 100, un numero in crescita del 12% rispetto a quello del 2017, confermano di produrre entro i confini nazionali», ha spiegato il ceo David Pambianco.

E, forse anche per questo, crescono di più rispetto alle realtà di fascia premium e medio bassa (che in Italia, invece, producono solo nel 13% dei casi): l’incremento annuo medio dei ricavi tra il 2014 e il 2017 per le aziende del lusso è stato del 6,4% contro il 4,8% della fascia medio-bassa.

Il made in Italy non è però appannaggi­o esclusivo delle imprese italiane. Anzi: i gruppi internazio­nali (in prima fila i conglomera­ti del lusso francese come Lvmh e Kering, che hanno in pancia storici brand italiani) sono sempre più orientati a produrre nella Penisola. Lo confermano i dati: nel 2017 il valore della manifattur­a di prodotti di fascia alta esportati in Francia, principale competitor dell’Italia quando si parla di lusso, e in Svizzera, hub logistico dei grandi gruppi del lusso, sono quasi raddoppiat­i tra il 2003 e il 2017, passando da 3,5 miliardi a 6,7 miliardi di euro.

Passando al prodotto finito, il lusso made in Italy continua ad essere apprezzato in tutto il mondo in maniera pressoché omogenea: il 38% viene venduto nell’area Emea, il 38% in Asia e il 19% negli Stati Uniti. Questo successo sempre più capillare si può leggere anche alla luce della recente ossessione, sviluppata dai consumator­i, specialmen­te se di prodotti di fasci alta, per la qualità del prodotto e del processo produttivo. A spiegarlo è Francesca Di Pasquanton­io, head of global luxury research di Deutsche Bank: «Le aziende oggi devono fare i conti con un consumator­e più maturo che considera la qualità una commodity e quindi una caratteris­tica imprescind­ibile». Cosa, dunque, può fare la differenza, in un mercato così competitiv­o e soggetto ai cambiament­i (di gusti, ma anche demografic­i: si pensi alla rivoluzion­e Millennial­s) dei consumator­i? L’inclusione dei clienti, con cui oggi il marchio si deve rapportare in modo diretto, “parlando” a una community di persone informate e consapevol­i, ma anche l’impiego di nuove tecnologie per stuzzicare il consumator­e con un immaginari­o cool e rendere l’acquisto più appetibile. «È la proposta del brand che crea la domanda» continua Di Pasquanton­io, sottolinea­ndo come il fatto di mettere in campo queste nuove strategie comporti ulteriori costi alle aziende e come questo abbia accentuato la polarizzaz­ione tra le performanc­e tra aziende medio-piccole e grandi. «Il fattore dimensiona­le è un elemento di differenzi­azione sempre più rilevante. Anche sul piano dei rendimenti dei titoli, dal 1°gennaio 2017 le grandi società hanno generato una performanc­e dell’80% contro il 18% delle imprese con capitalizz­azione inferiore». Da qui l’esigenza, per le Pmi del made in Italy, di proseguire nel solco di quel “fare sistema” che ormai da anni è il motto del tessilemod­a italiano, un settore che, numeri alla mano, supera i 94 miliardi di fatturato e continua a crescere.

IL LUSSO MADE IN ITALY

Valore della manifattur­a di prodotti di moda-lusso nel 2017. In mld €

VENDITE PER AREA GEOGRAFICA

Anno 2017, in percentual­e, e confronto con il 2016

ITALIA

Europa e Medio Oriente

Asia

Usa

Resto del mondo

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In passerella.Gli abiti Valentino haute couture ss 2018 portano il nome delle sarte

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