Il Sole 24 Ore

La cosmetica avrà un Its di settore

Ancorotti annuncia il lancio di un percorso post-diploma

- —I.Ve.

Dal nostro inviato «Sono presente qui al Cosmoprof di Hong Kong da 23 anni come imprendito­re, anche se è la mia prima edizione da presidente dell’industria cosmetica italiana. E quello che mi colpisce ogni volta che torno è la crescita incessante della fiera e l’interesse sempre più forte delle aziende cinesi per il made in Italy. Non dobbiamo temere i produttori orientali come competitor, l’innovazion­e costante ci premia. Il rischio vero è che cinesi e coreani comprino i nostri marchi, soprattutt­o quelli storici. Dobbiamo essere bravi a salvaguard­are il nostro patrimonio industrial­e e la formazione in questo senso gioca un ruolo chiave». Renato Ancorotti, da giugno scorso alla guida di Cosmetica Italia, torna sul tema a lui più caro, quello delle risorse umane, a margine del salone di Hong Kong. E annuncia che l’associazio­ne sta lavorando al lancio di un Its per il settore, che dovrebbe partire già il prossimo anno accademico, non è ancora definito dove. «Dobbiamo investire sui giovani per garantire la nostra competitiv­ità – sottolinea –. Ci servono più tecnici qualificat­i per gestire i laboratori, i processi, i mercati internazio­nali. Abbiamo molti master in cosmetolog­ia, ma non percorsi terziari post diploma».

A Hong Kong Ancorotti ha appena firmato un memorandum of understand­ing con China Beautèvill­e, la città-distretto della cosmesi sorta a Huzhou, vicino a Hangzhou sulla costa orientale, che darà il via a una collaboraz­ione per potenziare lo scambio di informazio­ni e buone prassi, e quindi il business. Già oggi le esportazio­ni italiane in Asia superano i 490 milioni di euro (su quasi 5 miliardi di export complessiv­o). «Se il 60% della produzione cosmetica mondiale in outsourcin­g è fatta in Italia – rimarca Ancorotti – e se la domanda asiatica di made in Italy continua a salire, pur in un mercato fermo, è perché si riconosce l’unicità dei nostri prodotti in termini di qualità, sicurezza, innovazion­e. Ma la cosa più bella che produciamo è l’occupazion­e (85mila addetti, 200mila con l’indotto, ndr)».

HONG KONG

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