Il Sole 24 Ore

Bassanini: «Serve un accordo con Vivendi»

Lo scoglio delle banche finanziatr­ici (francesi) e il ruolo che giocherà Cdp

- Laura Serafini

«Forse è un caso, ma vedo una continuità in questa vicenda tra il governo Renzi, Gentiloni e Conte. Tutti hanno capito che solo con l’ intervento pubblico si può garantire la copertura della fibra in tutto il paese ». A parlare del pi anodi scorporo della rete Telecom e della fusione con OpenFi ber èilp residente di O F, Franco Bassa nini ,( espresso dalla Cdp) in occasione di un convegno su investimen­ti pubblici, innovazion­e e sviluppo sostenibil­eorganizza­to daSnaeFond azione economia di Tor Vergata. Incalzato dall’ ex senatore Massimo Mucchetti sul senso dell’operazione, Bassanini ha spiegato che il piano rappresent­a« una soluzione win win per gli azionisti di Telecom e per il paese. Sarebbe prevista la separazion­e dalla retee la creazione di un servi ce provider che deterrebbe una posizione al primo posto quota di mercato nel fisso e nel mobile e manterrebb­e anche le attività in Brasile. L’ operatore sarebbe liberato dal debito, avrebbe meno oneri di manutenzio­ne e meno personale. Una volta separatigl­i as set si possono fondere le due reti, che sarebbero remunerate con il sistema della R ab ». Tutto questo, ha chiosato ,« deve passare da un accordo( coni soci francesi di V iv end i,n dr) che faccia capire agli azionisti che questa può essere lavi adi uscita migliore. Con la Rab potrebbero essere introdotti obblighi di copertura del servizio universale ». Il presidente di Open Fiber è arrivato a questa conclusion­e dopo aver spiegato perché, a suo avviso, non può continuare la competizio­ne dei due operatori nella cablatura del paese .« Glie xincumbent­hann oleg acy chef renano la posa della fibra-ha detto -. Tra queste ci sono la rete in rame, ma anche il debito e l’ eccesso di personale. Anche OpenFi bersi è indebitata, con un finanziame­nto da 3,5 miliardi, ma quei fondi sono a servizio della realizzazi­one di una rete innovativa. Il punto è che il no stropiano non prevede la copertura dell’intero paese, perchè sarebbe economicam­ente insostenib­ile. S esi mettono a confronto il pi anodi Time il nostro si vede che nel 2025 il 50% del paese non avrebbe comunque la connession­e in fibra. D aquila necessità di creare un’unica rete con l’intervento pubblico ». Bassa nini ha anche osservatoc­ome OF sian ata per costringer­e l’ ex incumbent a investire nella fibra, ma che questo stimolo non ha funzionato. In verità l’operatore controllat­o al 50% da CdpeE nel è entrato nella piena operativit­à solo quest’ anno, con il completame­nto dell’ iter del lega renelle aree C e Da fallimento di mercato e l’ avvio per le procedure degli affidament­i( acquisto materiali, direzione lavori etc ). Il ritardo di oltre un anno è stato cumulato a causa di14ric orsi alTar, di cui molti fatti da Telecom. Ad agosto è stato firmato il project financing da 3,5 miliardi (su un piano di circa 7 miliardi) con un pool di banche guidato da Unicr ed it,SocGe ne Bnp Pari bas oltre aB eieallas tessa Cdp. Tra gli impegni presi c’è il raddoppio delle unità coperte rispetto al 2017 (2,4 milioni ): a fine anno saranno 4,8 milioni. In questo dato entrano anche circa mille unità collegate nelle aree C eD( oggi sono circa 900 mila ). L’ obiettivo al 2023 sono 19 milioni di unità (65% della popolazion­e ,90% del territorio ). Il contratto di finanziame­nto ha portato con sé paletti precisi che rendono meno facilecamb­iare le regole del gioco incorsa. Ci sono covenant su target e costi medi perla copertura di ogni unità immobiliar­e. Sonoprevis­te penali da parte di In frate l inca sodi ritardi o inadempien­ze. In quella circostanz­a il rubinetto del finanziame­ntopotrebb­e chiudersi. Ora è ben aperto: a settembre son ostati tirati 560 milioni, a fronte di investimen­ti sinora fatti per 1,5 miliardi. OF ha un fatturato di 150 milioni e un Ebitda in pareggio (800 milioni il target a fine piano ). Il business oggi è sostenibil­e. Un’ eventuale fusione con lare te Tim in clima di lotta con Vivendi avrebbe la controindi­cazione di un pool bancario nel finanziame­nto di OF amatrice francese. Pers montare il projec te immaginare un progetto diverso le banche dovrebbero essere convinte della convenienz­a finanziari­a di quello nuovo. E questo vale anche perla Cd pepe rE nel, che sarebbe pronta a valutare un piano percorribi­le. La remunerazi­one via R ab non è in discesa: il rischio, se non ben gestita, è quel lodi scaricare il debito dell’ ex incumbent sulle tariffe, anche immaginand­o un sistema distr ande dc ost come avvenuto per quelle elettriche. Andrebbe poi chiarito come ricomprend­erei fondi pubblici che finanziano le aree C eD.

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Open Fiber.Il presidente Franco Bassanini rilancia sulle infrastrut­ture: «Tutti hanno capito che solo con l’intervento pubblico si può garantire la copertura della fibra in tutto il paese»

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