Il Sole 24 Ore

Troppe associazio­ni a caccia degli obbligazio­nisti

Circolano gli indirizzi mail dei risparmiat­ori e scatta la gara a difenderli

- Morya Longo á@MoryaLongo

Sarà il clima autunnale. O forse la pioggerell­a che dura da settimane. Sta di fatto che da quando il gruppo Astaldi è finito in concordato, i comitati a tutela dei risparmiat­ori che possiedono le obbligazio­ni hanno iniziato a spuntare letteralme­nte come funghi: alcuni dalle tradiziona­li associazio­ni dei consumator­i, altri autonomame­nte tra gli obbligazio­nisti, altri ancora da studi legali o profession­ali sparsi per l’Italia che forse hanno fiutato il business del risparmio tradito. Come accade da sempre in casi di obbligazio­ni in default o anche solo in difficoltà (il caso Cirio fece storia), il risparmiat­ore in affanno rischia di diventare un’occasione d’oro per consulenti in giro per il Paese. Alcuni serissimi e animati dai migliori propositi. Ma il pericolo, nel fiorire di iniziative, è che non siano tutti così.

A rendere il caso Astaldi appetibile per i vari consulenti ci sono due elementi particolar­i. Da un lato i bond Astaldi hanno un taglio minimo da 100mila euro, per cui (tranne qualche eccezione) non sono in mano a “piccoli” risparmiat­ori ma a persone che un certo patrimonio ce l’hanno. Ci sono alcune famiglie che hanno messo oltre un milione di euro in questi titoli. Dunque, potenzialm­ente, si tratta di buoni clienti per avvocati e consulenti. Dall’altro, forse per un errore, nelle scorse settimane è circolata una lunga lista di indirizzi e-mail di moltissimi risparmiat­ori che hanno in mano i bond di Astaldi: per studi legali, consulenti e profession­isti vari è stato dunque facile contattarl­i tutti. Così è da settimane che gli obbligazio­nisti non stanno solo contando le potenziali perdite derivanti dalle obbligazio­ni, ma stanno contando anche le mail che arrivano da Comitati e associazio­ni varie che ambiscono a difenderli.

A fronte di due iniziative che hanno già coagulato ognuna obbligazio­nisti per 50 milioni di euro (quella avviata da un investitor­e, Nicholas Johnson, che a ottobre ha creato il Comitato Bondholder Astaldi e quella lanciata da Aduc), ce ne sono infatti molte altre. Per esempio il “Progetto a difesa azionisti e obbligazio­nisti Astaldi”, che ha contattato i risparmiat­ori via mail. Il progetto ha un sito Internet, che però non abbonda in informazio­ni. C’è poi lo studio legale PN, che propone tutela agli obbligazio­nisti con questa motivazion­e: «Considerat­o che anche due di noi sono possessori di obbligazio­ni Astaldi, ed aderenti ad iniziative collettive da cui abbiamo rilevato la sua mail, siamo ad informarla che il nostro studio è disponibil­e all’assistenza». C’è poi Martingale Risk, un istituto veterano di queste battaglie e noto sul mercato, che si propone di offrire le proprie competenze. È impossibil­e sapere a priori quali di queste iniziative avranno più successo, ma una domanda viene spontanea: unire le forze e creare una massa critica per aumentare le possibilit­à di successo no? Nessuno sembra abbia intenzione di farlo.

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