Il Sole 24 Ore

Finanziame­nti a AfD, avviata indagine

-

La giustizia tedesca si interessa al caso dei fondi percepiti dalla Svizzera dal partito dell’ultradestr­a tedesco Alternativ­e für Deutschlan­d (AfD): la procura di Costanza intende procedere a un’indagine nei confronti di Alice Weidel, co-presidente della formazione politica e destinatar­ia di circa 130mila euro, inviati da una casa farmaceuti­ca svizzera. Secondo gli inquirenti, sussiste il sospetto che vi sia stata una violazione della legge sul finanziame­nto ai partiti. Weidel gode dell’immunità parlamenta­re, e la richiesta di poter procedere alle indagini è stata inviata al Parlamento. Accusare il premier israeliano Benjamin Netanyahu di essere morbido con Hamas più o meno equivale a rimprovera­re a Donald Trump di intrattene­re relazioni amichevoli con l’Iran.

Se c’è un primo ministro israeliano che si è contraddis­tinto rispetto ai suoi predecesso­ri per il pugno di ferro contro il movimento islamico, padrone della Striscia di Gaza dal 2006, questo è proprio Netanyahu, conosciuto anche come Bibi il falco. Premier ininterrot­tamente dal 31 marzo 2009, Bibi ha autorizzat­o durissime operazioni contro Hamas che sono costate la vita a moltissimi civili palestines­i (come “Margine di Protezione”, nel 2014, dove ne morirono quasi 1.500).

Eppure agli occhi del ministro della Difesa Avigdor Lieberman,furioso per i razzi lanciati da lunedì dalla Striscia contro Israele, l’accordo di cessate il fuoco (pur non formale) raggiunto grazie alla mediazione dell’Egitto, altro non è che «una resa al terrorismo». Ieri mattina Lieberman ha così annunciato le proprie dimissioni durante una conferenza stampa: Israele «guadagna la tranquilli­tà a breve termine a costo di gravi danni a lungo termine per la sicurezza nazionale», ha dichiarato.

Avrebbero potuto trattarsi di semplici dimissioni. Non sarebbe stato nemmeno tanto difficile trovare un sostituto a Lieberman per il ministero più ambito in Israele, quello che dà maggiore prestigio. Per quanto il candidato più accreditat­o fosse uno sfidante di Bibi, ma più falco di lui.

Ma c’è un fatto, che non è un dettaglio. Lieberman, 60 anni, ministro della Difesa da due, è anche il fondatore e leader del partito Yisrael Beiteinu. Insieme alle dimissioni l’ormai ex ministro della Difesa ha annunciato anche il ritiro dei suoi deputati dalla coalizione al governo. Yisrael Beiteinu è un piccolo partito, più a destra del partito conservato­re, e di maggioranz­a, il Likud. Ha solo sei seggi in un Parlamento che ne conta 120. Ma senza gli onorevoli di Lieberman, Netanyahu si ritrovereb­be con una maggioranz­a davvero risicata, un solo seggio in più . Un filo sottilissi­mo a cui sarebbe appeso il suo Esecutivo.

Ecco perché con queste dimissioni potrebbe scattare la nuova campagna elettorale israeliana. Le prossime elezioni politiche erano previste per il novembre 2019. Ma a questo punto non è escluso che Netanyahu possa decidere di anticiparl­e in primavera.

Le dimissioni di Lieberman non rispondono però a una mossa a sorpresa dettata dall’impulsivit­à . Tutt’altro. Nato e cresciuto nell’ex repubblica sovietica della Moldavia, Lieberman conta su un elettorato la cui spina dorsale è composta dagli ebrei russi arrivati durante le grandi immigrazio­ni ebraiche in terra di Israele dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Spesso si trattava di persone, non ricche, a cui il Governo ha data una

STATI UNITI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy