Anche gli omessi versamenti candidati alla «pace» con il Fisco
Pronto ma non depositato l’emedamento per chi ha dichiarato senza pagare Dal perdono sulle lievi irregolarità formali attesi incassi per 800 milioni
Ritardati e omessi versamenti. È la nuova sanatoria che potrebbe salire sul treno della pace fiscale. Nel complesso lavorio di messa a punto degli oltre 590 emendamenti presentati al Dl fiscale in commissione Finanze al Senato, è spuntata anche un’articolata riformulazione di emendamenti già presentati dalle forze di maggioranza ma anche da quelle di opposizione per allargare il perimetro della definizione agevolata anche a chi hatrasmesso al Fisco la dichiarazione dei redditi ma poi non è riuscito in tutto o in parte a versare le imposte: un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni a causa della crisi di liquidità connessa alla congiuntura economica. La sanatoria in questione, su cui - a quanto risulta - anche dal Mef sarebbe giunto un parere favorevole, si realizzerebbe con un’istanza telematica che il contribuente potrebbe presentare in prima persona o attraverso un intermediario abilitato, ottenendo così la possibilità di versare senza sanzioni. Sanatoria a cui potrebbero aderire anche i contribuenti non ancora raggiunti da alcun tipo di rilievo da parte dell’amministrazione finanzia, quindi anche qualora non siano stati emessi liquidazioni automatizzate (i cosiddetti «36-bis e 36-ter»).
Gli omessi o carenti versamenti , però, si inserirerebbero in un ampliamento del perimetro della pace fiscale che riguarderebbe anche gli avvisi bonari (finora esclusi con il paradosso di consentire una chance di sanatoria solo a chi ha atteso che si tramutassero in cartella o non a chi aveva già iniziato a versare) e le irregolarità formali. Sul punto c’è già una proposta emendativa della Lega che consentirebbe di definire le irregolarità “lievi” (perché non hanno comportato minori versamenti) per gli anni d’imposta dal 2013 al 2017 con il pagamento (in due rate entro fine maggio e fine novembre 2019) di 150 euro per ogni periodo. Una misura che, secondo fonti di Governo, potrebbe garantire un incasso stimato per complessivi 800 milioni.
Sarà quindi necessario un lavoro di sintesi che potrebbe sfociare anche in un emendamento ex novo da parte del relatore al provvedimento in commissione Finanze al Senato, Emiliano Fenu (Movimento 5 Stelle). E proprio sulle 13 proposte correttive già presentate da Fenu (come anticipato ieri su queste colonne) si potrebbe innestare, almeno stando ai rumors raccolti ieri in ambienti parlamentari, un’apertura sull’accesso ai dati della Superanagrafe dei conti correnti anche al corpo dei carabinieri con un subemendamento. Già oggi, con l’arrivo dei pareri della commissione Bilancio di Palazzo Madama, si dovrebbe entrere nel vivo delle votazioni sui correttivi relativi almeno ai primi due articoli del decreto.
A conferma della disponibilità a valutare anche le proposte arrivate dalle opposizioni manifestata dal presidente della commissione Finanze Alberto Bagnai (Lega), si potrebbe anche convergere sulla modifica presentata dal Partito democratico per evitare il fenomeno della «fuga dalle rate» paventato dalla Corte dei conti nell’audizione del 31 ottobre scorso. Con un’ipotesi di perfezionamento della sanatoria a partire solo dal sesto mese successivo al versamento della prima rata.