Amazon Aws, Microsoft e Google: la guerra delle nuvole arriva in Italia
Quella del cloud è una partita muscolare. Contano i numeri, i server, la tecnologia e anche le distanze. Amazon Web Services, la nuvola di Jeff Bezos, che da sola vale il 60% degli utili operativi del gruppo, ha annunciato che porterà i propri datacenter in Italia. Parliamo di almeno 900mila server che verranno accesi a inizio 2020. La notizia è rilevante non solo per il nostro Paese ma anche per il mercato europeo. Tra i big del settore come Microsoft, Google, Alibaba e Ibm, Amazon è il primo che decide di aprire centri di questo tipo raggiungendo così quota 19 Paesi nel mondo. Si tratterebbe di tre “availability zones” (centri di calcolo) tutti localizzati nella zona di Milano. «Per una azienda italiana avere un datacenter sul territorio vuole dire potere contare su una latenza più bassa e sulla certezza di potere mantenere il controllo completosullapo sizionedeilorodati», commenta Miguel Alava, capo della divisione South Europe di Amazon Aws. Bassa latenza vuol dire servizi più efficiente per esempio nel settore delle transazioni elettroniche legate all’e--
commerce o per le startup del fintech. Avere i dati su suolo nazionale invece viene incontro alle esigenze di alcuni settori della pubblica amministrazione, quelli che magari gestiscono infrastrutture più critiche che hanno l’obbligo di avere una parte dei dati residenti sul proprio territorio.
C’è da dire che le imprese italiane fanno fatica ad avere fiducia nel cloud.
Ma secondo Roberta Bigliani, vicepresident Europe del centro di ricerca Idc, l’Italia non è più refrattaria a questa tecnologia, anzi: «Nei prossimi 12 mesi - scrive - stimiamo che un ulteriore
15% di aziende italiane adotterà il
cloud». «So che molte imprese chiedono di avere parte dei dati vicini, sotto controllo – spiega Miguel Alava –, ma sono convinto che in assenza di un regolamento specifico è più una questione psicologica che attiene alla natura umana». Come dire, le distanze per certi tipologie di business contano. In questo senso la mossa di Amazon vuole rendere ancora più piccante la “war cloud” tra i colossi cino-californiani che controllano questo mercato. A controllare questo mercato sono infatti aziende della Silicon Valley e colossi asiatici. Secondo Gartner a livello globale Amazon Aws è leader del public cloud nella declinazione Iaas (Infrastructure as a Service) con il 51% contro il 13% di Microsoft e il 4 di Alibaba e il 3 di Google. In termini di giro d’affari il terzo trimestre di Aws ha fatto segnare un + 46% a 6,7 miliardi di dollari. In un certo senso è la Juventus di questo campionato che rischia però di riguardare pochissimi attori. Secondo Synergy Research Group la crescita dei ricavi di Microsoft, Google e Alibaba ha superato di gran lunga il tasso del mercato. Se guardiamo agli ultimi dati le prime quattro nuvole stanno crescendo sempre di più a svantaggio dei fornitori di piccole e medie dimensioni. E questo potrebbe rivelarsi un problema. Sopratutto per l’assenza di aziende europee.