Open Fiber al test nelle aree disagiate
Nel bel mezzo delle discussioni sulla rete unica che si stanno sviluppando sull’asse Tim-Open Fiber, arrivano i primi quattro comuni “pronti all’uso” nelle aree a fallimento di mercato sulla cui cablatura sta lavorando la controllata di Enel e Cdp. Non si tratta ancora di commercializzazione, ma di un’ultima sperimentazione sul campo da parte di Open Fiber prima di dare l’avvio, progressivo sul territorio nazionale, del servizio nelle aree C e D che sta coprendo in fibra come da bando Infratel vinto dalla società presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad Elisabetta Ripa.
La sperimentazione, di 6 mesi, sarà portata avanti in 4 comuni fra Lombardia, Lazio e Sicilia: Fino Mornasco (Co), Anguillara Sabazia (Roma); Campagnano di Roma e San Giovanni La Punta (Ct). Un test con i partner di Open Fiber – Wind Tre, Vodafone ed Eolo su tutti, ma potenzialmente anche altri – chiamati a verificare in ambiente protetto la possibilità di offrire un servizio (per i mesi del test gratuitamente) che, elemento non secondario, sarà fornito in parte anche con un misto di fibra e fixed wireless . Un modello (con fibra in gran parte e wireless nel tratto finale) che inizia a essere indicato come possibilità per aggirare costi e difficoltà della fibra fino a casa. Anche perché l’entrata in scena del 5G, dal 2020, potrà aiutare nello sviluppo e nella gestione della parte finale realizzata in wireless.
Di 5G intanto ha parlato ieri il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, intervenendo al Samsung Business Summit a Milano. Un messaggio, il suo, rivolto alle compagnie telefoniche: «Avremo profondo rispetto e grande cura per l'investimento che avete fatto perché l'asta del 5G è partita da una base di 2 miliardi ed è arrivata a 6,5 miliardi».