Sui preventivi anche l’incognita anticipazioni
Torna a 3/12 il limite ai «prestiti» statali Si tratta sul fondo crediti
Gli enti che puntano ad approvare il preventivo entro dicembre devono rispettare il contesto normativo e regolamentare vigente. Le scelte tecnico-amministrative e i controlli dei revisori devono pertanto fare riferimento al quadro esistente, nonostante la manovra 2019 abbia già indicato cambiamenti di rilievo.
La novità di maggior impatto, per la quale però occorre attendere il varo della legge di bilancio, è la semplificazione delle norme di finanza pubblica. Secondo le nuove regole gli enti si considereranno in equilibrio con un risultato di competenza a consuntivo non negativo. Gli enti che approvano i documenti contabili entro il 2018 devono tuttavia rispettare le norme attuali sul pareggio e allegare il prospetto di coerenza. Fra le novità che invece preoccupano per gli effetti sulle entrate già accertate nei bilanci c’è la pace fiscale prevista nel collegato alla manovra (Dl 119/18). La mancata riproposizione del blocco tributario allenta le tensioni sulle entrate correnti, rispetto alle quali è peraltro allo studio la proposta della «nuova Imu», per superare il doppione Imu-Tasi.
Chi prepara oggi i bilanci non può nemmeno prevedere la maggiorazione Tasi. Ed a legislazione vigente non è possibile neanche iscrivere fra le entrate il contributo Imu-Tasi che nel 2018 quotava 300 milioni di euro. Sulle compartecipazione al recupero dell’evasione erariale, l’articolo 4, comma 8-bis del Dl 193/2016 prevede il riversamento a favore dei Comuni, fino al 2019, del 100% di gettito incassato dallo Stato, mentre dal 2020 la percentuale tornerà al 50%. Costeranno di più anche le estinzioni anticipate di mutui e prestiti, per le quali non viene rifinanziato il fondo, previsto dall’articolo 9-ter del Dl 113/2016, che nel 2018 aveva una dotazione di 48 milioni di euro.
Per il 2019 e 2020 si potranno utilizzare senza vincoli di destinazione, quindi anche per la spesa corrente, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui.
Sempre sull’equilibrio corrente, fino al 2020 potranno essere usati anche i proventi da alienazioni patrimoniali, anche se derivanti da azioni o piani di razionalizzazione. Il comma 866 della legge 205/2017 stabilisce infatti, dal 2018 al 2020, la possibilità di utilizzo di queste risorse per finanziare le quote capitali dei mutui o dei prestiti obbligazionari in ammortamento nell’anno o in anticipo rispetto all’originario piano di ammortamento, a condizione che sia data dimostrazione, con riferimento al bilancio consolidato dell’esercizio precedente, del rapporto superiore a due tra totale delle immobilizzazioni e debiti da finanziamento. Inoltre gli enti non devono prevedere incrementi di spesa corrente ricorrente ( prevista a regime e quindi non limitata ad uno o più esercizi) e devono essere in regola con gli obblighi di accantonamento al Fcde, che prevedono quote minime dell’85, 95 e 100 per cento nel triennio 2019/21. Tra le partite correnti ci saranno anche i rinnovi contrattuali, stimati intorno all’1,3 per cento del monte salari rivalutato.
Dal 2019 torna il limite dell’anticipazione di tesoreria pari ai 3/12 delle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio, Fino al 31 dicembre 2018 era stato elevato a 5/12.