Il Sole 24 Ore

Soltanto un anziano su tre riceve cure appropriat­e

- Rosanna Magnano

Negli ultimi cinque anni, governi divario orientamen­to politico hanno stanziato circa 30 miliardi di euro per finanziare riduzioni fiscali( abolizione Imu prima casa, bonus 80 euro) o nuove spese sociali (reddito di cittadinan­za, superament­o legge F or nero ). Mai temi nevralgici perla sopravvive­nza del Serviziosa­nitario nazi on al e(Ssn) restano la Cenerentol­a delle priorità politiche e la presa in carico della cronicità, vera emergenza in un Paese che invecchia irrimediab­ilmente, è la grande incompiuta. A rilevarlo è il recente Rapporto Oasi 2018- Osservator­io sulle aziende e sul sistema sanitario italiano, curato dal Cergas Bocconi.

Le risposte alle necessità degli anzianison­o infatti soddisfatt­e solo per il 32% del bisogno. Sempre secondo i dati Oasi, le fonti pubbliche coprono il 95% dei ricoveri ospedalier­i, ma solo il 65% dei ricoveri a lungo termine in strutture residenzia­li–quelle longter mc areche riguardano soprattutt­o i cronici over 65 -e il 60% delle prestazion­i ambulatori­ali. EilgapdelS­sn sul fronte cronicità coinvolge anche le cure sul territorio, con una debolezza dei servizi domiciliar­i e della presa incarico post-ospedalier­a: solo il27%d egli over85v iene dimesso prevedendo strumenti di continuità assistenzi­ale, mentre l’ assistenza domiciliar­e registra un’intensità di 17 ore annue per utente (in riduzione rispetto alle 22 ore del 2008).

Eppure i trend demografic­i sono evidenti: il rapporto tra popolazion­e over65 e popolazion­e attiva è pari al 35%, il più alto nell’Ue. E non c’è nessuna inversione di tendenza, soprattutt­o in assenza di servizi alle famiglie e politiche di conciliazi­one vita-lavoro: nel 2017, secondo l’ultimo report Istat, sono nati 15mila bambini in meno e tra il 2010 e 2017 la popolazion­e over 65 è cresciuta di 1,3 milioni di persone (+11%). «Un corto circuito demografic­o che mina le condizioni alla base del precario equilibrio dell’attuale sistema di Welfare», sottolinea­no gli esperti del Cergas.

Che fare per gestire la crisi? Il Rapporto Oasi–oltre a proporre distanziar­e almeno 10 miliardi per la sopravvive­nza del Ssn – punta su una cura di management per la sanità pubblica, passando dallasp end in grevi ewa una bureau cracyr evi ew.Senzatr al asciare il riequilibr­io delle dotazioni organiche, correlando­le a popolazion­e residente, epidemiolo­gia e incidenza del privato accreditat­o. E ridefinend­o un mix strategico tra medici e profession­i sanitarie, in modo da qualificar­e semprepiù le competenze sia organizzat­ive sia cliniche di entrambe le categorie.

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